Torino Social Impact tra i firmatari dell’appello al presidente del Consiglio perché gli interventi del piano Next Generation Eu prevedano valutazioni di impatto sociale.

Social Value Italia, l’AIV – Associazione Italiana di Valutazione, Assobenefit, la Fondazione Finanza Etica, il Forum per la Finanza Sostenibile e Torino Social Impact hanno inviato all’attenzione del Presidente del Consiglio Conte un appello affinché gli interventi finanziati nell’ambito del piano Next Generation EU prevedano strategie di monitoraggio, valutazione dell’implementazione e dei risultati dei programmi, e dell’impatto sociale dei cambiamenti positivi effettivamente generati.

La ripresa che tutti auspichiamo sarà sostenuta da una possente iniezione di risorse finanziarie, generate in gran parte attraverso l’emissione di titoli di debito pubblico. Che siano nazionali od europei, vuol dire utilizzare oggi denaro che qualcun altro domani dovrà ripagare. In pratica, si tratta di ipotecare il presente delle generazioni future.

La promessa che si vuole ottenere attraverso l’appello è che non un euro venga speso se non per creare le fondamenta di un’Italia e un’Europa più giuste ed inclusive, in cui ciascuno possa trovare le condizioni per la propria realizzazione.

A questo sforzo straordinario, sostengono i firmatari, non si può rispondere limitandosi ai tradizionali meccanismi di accountability, impostati sulla certificazione della spesa. È invece necessario adottare approcci e metodologie più evolute, dirette alla semplificazione delle procedure e capaci di orientare alla formulazione dei programmi e di esaminare l’analisi dei risultati in termini di risposta ai reali bisogni dei cittadini.

Per questo motivo, la richiesta convinta al presidente Conte è che le decisioni di investimento e di spesa che verranno finanziate attraverso i nuovi strumenti messi in campo dall’Unione Europea (Next Generation EU) prevedano strategie di monitoraggio, di valutazione dell’implementazione e dei risultati dei programmi, e dell’impatto sociale dei cambiamenti positivi effettivamente generati.

In tal senso, ogni scelta, ogni misura dovrebbe essere accompagnata da una chiara individuazione degli obiettivi di cambiamento attesi, con un rigoroso apparato di valutazione che ne determini il livello di raggiungimento, affinché i risultati possano essere sistematizzati per divenire lezioni apprese.

Per questo, oltre a registrare gli output, ovvero i primi esiti delle attività, risulta necessario individuare anche gli outcome, cioè i cambiamenti positivi di cui i destinatari delle politiche e degli interventi hanno davvero beneficiato, prestando particolare attenzione alle fasce più deboli della società.

Si rende ora necessario un approccio responsabile, orientato ad una visione di lungo periodo. L’adozione di un approccio valutativo alle politiche per la ripresa potrà poggiare sull’esperienza già sviluppata in alcuni settori, adeguandola e migliorandola dove necessario, sulle competenze esistenti e su quelle da creare data la straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo. Questo, se si crede che la crisi possa costituire una opportunità (una ‘finestra di policy’) per sollecitare una crescita sistemica del modo con cui pensiamo ed attuiamo le politiche pubbliche.

Il convinto appello è quindi indirizzato alle Istituzioni del Paese, affinché le priorità delle policy siano adeguate ai bisogni di una società profondamente segnata dalla lunga recessione. Valutare, comprendere, rendicontare ed apprendere sono i pilastri di una politica matura e responsabile che voglia e sappia onorare il debito aperto con le generazioni future.

Leggi l’appello qui (pdf)