Dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità: il Consiglio e il Parlamento raggiungono un accordo per proteggere l'ambiente e i diritti umani.

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto oggi un accordo provvisorio sulla direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, che mira a rafforzare la protezione dell’ambiente e dei diritti umani nell’UE e nel mondo. La direttiva sul dovere di diligenza fisserà obblighi per le grandi imprese per quanto riguarda gli impatti negativi effettivi e potenziali sui diritti umani e sull’ambiente per quanto riguarda le proprie operazioni, quelle delle loro controllate e quelle svolte dai loro partner commerciali.

Obblighi per le imprese
La direttiva sul dovere di diligenza stabilisce norme sugli obblighi per le grandi imprese per quanto riguarda gli impatti negativi effettivi e potenziali sull’ambiente e sui diritti umani per la loro catena di attività, che comprende i partner commerciali a monte dell’impresa e parzialmente le attività a valle, come la distribuzione o il riciclaggio.
La direttiva stabilisce inoltre norme in materia di sanzioni e responsabilità civile in caso di violazione di tali obblighi ed impone alle imprese di adottare un piano che garantisca che il loro modello di business e la loro strategia siano compatibili con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Principali elementi dell’accordo
L’accordo provvisorio raggiunto oggi tra i due co-legislatori inquadra l’ambito di applicazione della direttiva, chiarisce le responsabilità per le imprese inadempienti, definisce meglio le diverse sanzioni e completa l’elenco dei diritti e dei divieti che le aziende dovrebbero rispettare.

Campo d’applicazione della direttiva
L’accordo fissa il campo di applicazione della direttiva alle grandi imprese che hanno più di 500 dipendenti e un fatturato mondiale netto di 150 milioni di euro. Per le imprese extra-UE si applicherà se hanno un fatturato netto di 300 milioni di euro generato nell’UE, tre anni dopo l’entrata in vigore della direttiva. La Commissione dovrà pubblicare un elenco delle società di paesi terzi che rientrano nell’ambito di applicazione.

Settore finanziario
In base all’accordo raggiunto, il settore finanziario sarà temporaneamente escluso dall’ambito di applicazione della direttiva, ma vi sarà una clausola di revisione per un’eventuale futura inclusione di questo settore sulla base di una valutazione d’impatto sufficiente.

Cambiamento climatico e responsabilità civile
Il compromesso raggiunto rafforza le disposizioni relative all’obbligo di mezzi per le grandi imprese di adottare e attuare un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda la responsabilità civile, l’accordo rafforza l’accesso alla giustizia delle persone interessate. Stabilisce un periodo di cinque anni per presentare ricorsi da parte di coloro che sono interessati dagli impatti negativi (compresi i sindacati o le organizzazioni della società civile). Limita inoltre la divulgazione delle prove, i provvedimenti ingiuntivi e il costo del procedimento per i ricorrenti. Come ultima risorsa, le aziende che identificano impatti negativi sull’ambiente o sui diritti umani da parte di alcuni dei loro partner commerciali dovranno porre fine a tali relazioni commerciali, quando tali impatti non possono essere prevenuti o interrotti.

Sanzioni
Per le imprese che non pagano le ammende loro inflitte in caso di violazione della direttiva, l’accordo provvisorio comprende diverse misure inibitorie e prende in considerazione il fatturato dell’impresa per imporre sanzioni pecuniarie (ossia un massimale minimo del 5% del fatturato netto dell’azienda). L’accordo include l’obbligo per le aziende di assumersi un impegno significativo, compreso il dialogo e la consultazione con le parti interessate, come una delle misure del processo di due diligence.

Appalti pubblici
L’accordo stabilisce che il rispetto della CSDDD potrebbe essere qualificato come criterio per l’aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni.

Definizioni
L’accordo provvisorio chiarisce gli obblighi per le imprese di cui all’allegato I, un elenco di diritti e divieti specifici che hanno un impatto negativo sui diritti umani in caso di abuso o violazione. L’elenco fa riferimento a strumenti internazionali che sono stati ratificati da tutti gli Stati membri e che stabiliscono standard sufficientemente chiari che possono essere rispettati dalle imprese.

Il compromesso aggiunge nuovi elementi agli obblighi e agli strumenti elencati nell’allegato per quanto riguarda i diritti umani,
in particolare per i gruppi vulnerabili e le principali convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), che possono essere aggiunte all’elenco mediante atti delegati, una volta ratificate da tutti gli Stati membri.

L’accordo provvisorio introduce inoltre nell’allegato riferimenti ad altre convenzioni delle Nazioni Unite: il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali o la Convenzione sui diritti del fanciullo. Analogamente, il compromesso chiarisce la natura degli impatti ambientali contemplati dalla presente direttiva come qualsiasi degrado ambientale misurabile, il cambiamento nocivo del suolo, l’inquinamento idrico o atmosferico, le emissioni nocive o il consumo eccessivo di acqua o altri impatti sulle risorse naturali.

Passaggi successivi
L’accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo deve ora essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni.

Scenario
Il 23 febbraio 2022 la Commissione ha presentato al Parlamento europeo e al Consiglio una proposta di direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. Il Consiglio ha adottato il suo orientamento generale il 1º dicembre 2022.

Sostenibilità aziendale (informazioni generali)