Social Procurement: creare valore insieme a comunità e territorio

Il 1 dicembre si è svolto, negli spazi di Unione Industriali, il primo incontro della Comunità di pratica Società Benefit, dedicato al tema “Social Procurement: creare valore insieme a comunità e territorio”

Raffaella Scalisi (Torino Social Impact) ha aperto i lavori illustrando principi, approcci e opportunità degli acquisti a impatto sociale, richiamando i principali riferimenti normativi che ne favoriscono l’applicazione nel settore pubblico — dove il tema è più consolidato — e in quello privato.

Ha evidenziato come la diffusione di pratiche di social procurement possa rafforzare la coesione delle comunità locali, aumentare l’attrattività dei territori e favorire l’incontro tra imprese for profit e imprese sociali, generando innovazione. Questo approccio può inoltre diventare un vero e proprio “incubatore diffuso” per l’imprenditorialità sociale, grazie alla maggiore maturità innovativa spesso presente nelle organizzazioni non profit.

Scalisi ha richiamato i risultati dell’indagine di Torino Social Impact sul social procurement privato, che ha messo in luce criticità ancora diffuse: scarsa conoscenza delle imprese sociali, confusione con la beneficenza, poca consapevolezza dei benefici per le aziende. Dal lato dell’offerta emergono invece limiti quali ridotta propensione commerciale, maturità gestionale non uniforme, prezzi non sempre competitivi e bassa digitalizzazione.

Ha quindi illustrato il lavoro di TSI sul tema — tra analisi di contesto, strumenti, partnership e attività di promozione — presentando i progetti attivi, tra cui il progetto europeo PROSECO e la piattaforma Buy Social.

Il caso di Ascensori Rossini

L’incontro è proseguito con la testimonianza di Ascensori Rossini, Società Benefit di Vicoforte, che ha scelto di integrare criteri sociali nella propria catena di fornitura collaborando con imprese sociali del territorio.

Fondata nel 1963 e diventata Società Benefit nel 2022, l’azienda ha avviato prima un percorso dedicato al benessere dei dipendenti — dal check-up sanitario ai momenti di team building — per poi ampliare le attività con iniziative che intrecciano creatività, inclusione e sostenibilità:

  • laboratori di art building con materiali di recupero;
  • un percorso di marketing olfattivo che ha portato alla creazione di un profumo aziendale;
  • iniziative sul tema dell’alimentazione sana in collaborazione con Cascina Pensolato, cooperativa agricola sociale da cui i collaboratori possono acquistare prodotti freschi sostenendo l’economia sociale.

Un team building organizzato con l’Istituto alberghiero Giolitti ha inoltre avviato la collaborazione con Fondazione Cucine Colte, che supporta studenti ed ex studenti, inclusi ragazzi con disabilità o in condizioni di fragilità. Da questa esperienza è nata anche una partnership con la Lavanderia Senza Macchia, che oggi offre un servizio dedicato ai dipendenti dell’azienda.

La ricerca NODES sulle Società Benefit

Nadia Lambiase di (Mercato Circolare) ha poi presentato alcuni risultati della ricerca sviluppata nell’ambito del progetto NODES, coordinato dall’Università di Torino, mettendo in evidenza come la scelta di orientarsi verso una sostenibilità integrale trasformi la postura complessiva dell’impresa.

La ricerca ha analizzato le Società Benefit come modelli ibridi che, pur perseguendo profitto, integrano finalità di beneficio comune nello statuto, trasformando processi produttivi e catene di fornitura.

Sono stati presentati i casi di Vanni, Sargomma, Torrefazione Costadoro, Biova, Dual Sanitaly e Reynaldi, evidenziando cambiamenti e sperimentazioni già avviati.

L’attività laboratoriale

L’incontro si è concluso con un laboratorio che ha coinvolto 24 partecipanti provenienti da 21 organizzazioni. L’attività ha permesso di esplorare concretamente cosa significhi orientare le politiche di procurement verso l’impatto sociale, riflettendo su criteri di selezione dei fornitori, gestione delle risorse ed energia impiegata nei processi.

VISIONEFUTURA

Labsus, un’associazione della comunità per la comunità

Prosegue la rubrica realizzata con Futura, il magazine del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”, che racconta l’ecosistema di Torino Social Impact con lo sguardo attento di giovani giornaliste e giornalisti.

Labsus nasce nel 2006 come rivista online fondata da un gruppo di giuristi, con l’obiettivo di promuovere l’attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale: il riconoscimento delle capacità dei cittadini nel contribuire al bene comune in collaborazione con le istituzioni.

Negli anni l’associazione si è evoluta in un centro di divulgazione, ricerca e accompagnamento operativo su tutto il territorio italiano, fornendo formazione a enti del terzo settore e pubbliche amministrazioni sul modello dell’amministrazione condivisa. Un passaggio decisivo è avvenuto nel 2014 con il Regolamento del Comune di Bologna, messo a disposizione da Labsus e adottato poi da centinaia di enti, fino alla definizione di normative regionali e nazionali.

Leggi l’articolo di Valeria Schroter su Futura News

Social Enterprise Open Camp 2025

Si è conclusa oggi l’edizione 2025 del Social Enterprise Open Camp, che si è svolta tra Torino, Cuneo e Pollenzo, con Torino Social Impact tra i partner di sistema.

Quattro giorni intensi in cui imprese sociali, enti e fondazioni si sono confrontati in workshop intensivi e plenarie con relatori visionari come Otto Scharmer, Senior Lecturer MIT & Founding Chair; Patrice Schneider, Chief Strategy Officer; Adama Sanneh, CEO & Co-founder, Moleskine Foundation; Mario Calderini, Full Professor al Politecnico di Milano e Portavoce Torino Social Impact; e Peter Holbrook, CEO, Social Enterprise UK.

Da un lato, si è sottolineata l’importanza di affermare sempre di più il modello dell’impresa sociale, che pone al centro la persona e il pianeta, promuovendo un reale cambiamento sistemico nei paradigmi economici e investendo sul potere trasformativo dell’innovazione, della cultura, della costruzione di partnership. Dall’altro, si è discusso il cambiamento in atto nel mondo della filantropia, con la transizione da un approccio centrato sulla rendicontazione finanziaria a un modello basato sulla fiducia e sulla valutazione dell’impatto sociale e ambientale generato, concentrando tutti gli attori sugli obiettivi e riducendo il carico amministrativo che ostacola una cultura dei risultati di medio e lungo periodo.

Il dibattito ha toccato anche temi legati ai territori, al place-based funding e al community engagement, esplorando come i principi dell’impatto possano guidare la rigenerazione urbana e la progettazione del futuro delle comunità. Cultura e creatività sono state indicate come motori essenziali di trasformazione sociale, generazione di opportunità, emancipazione delle persone più marginalizzate e attivazione delle comunità. I workshop hanno permesso di avanzare concretamente progetti e approcci relativi all’abitare, all’innovazione, alle aree interne, alla fruizione di patrimonio e ambiente, alla disabilità, all’educazione e molti altri temi.

È stato un privilegio ospitare il Social Enterprise Open Camp – TOGETHERNESS – Cultivating Systemic Change, che ha proposto una formula di formazione intensiva e residenziale, con un programma ricco di workshop e sessioni plenarie sulle tematiche più attuali dell’imprenditoria sociale e dell’impact investing.

HUB Progetti Europei per l’Economia Sociale: workshop sulle call Erasmus+ 2026

Giovedì 27 novembre, si è svolto il dodicesimo workshop dell’HUB Progetti Europei per l’Economia Sociale, una giornata di capacity building ospitata presso Fondazione Paideia e dedicata all’approfondimento delle call del Programma Erasmus+ 2026.

L’incontro si è aperto con l’intervento di Jacopo Bottacchi e Alessia Ibba, che hanno presentato l’HUB, la neo-costituita community di europrogettistə, e il nuovo percorso di potenziamento delle idee progettuali degli enti. Un flusso strutturato in diverse fasi, che comprende:

  • la partecipazione ai workshop di capacity building;
  • la definizione di un’idea progettuale solida e coerente con i programmi europei;
  • il matching con lə europrogettistə del roster e l’accompagnamento alla progettazione;
  • la presentazione finale del progetto.

Le testimonianze dell’ecosistema

A seguire, due organizzazioni dell’ecosistema hanno condiviso la propria esperienza con il programma Erasmus+.

La prima testimonianza è stata quella di Simona Fontana, Project Manager di Fondazione Paideia, che ha raccontato il percorso di accompagnamento offerto dall’HUB, di cui la Fondazione ha beneficiato nel 2024. In quell’occasione, il progetto “Give Siblings a Voice”, pur avendo ottenuto un’ottima valutazione, non era stato finanziato. Simona ha però evidenziato il valore generativo dell’intero percorso: non solo ha rafforzato la consapevolezza interna rispetto alla progettazione europea, ma ha anche ampliato la rete di contatti a livello internazionale, creando nuove connessioni e aprendo spazi di confronto preziosi. L’esperienza ha contribuito inoltre a far crescere una cultura organizzativa più aperta, consapevole e orientata al dialogo con realtà europee.

La seconda testimonianza è arrivata da S-Nodi, attraverso le parole di Antonio Fontana, responsabile dei partenariati internazionali. Antonio ha presentato il progetto Erasmus+ “Soul Food”, che coinvolge donne migranti in un percorso di integrazione sociale e lavorativa attraverso lo sviluppo di competenze culinarie, digitali e di cittadinanza. Raccontando un progetto ormai a metà del suo ciclo di vita, ha mostrato in modo concreto come un’organizzazione possa trasformare i propri obiettivi locali quando si misura con la dimensione europea: un confronto che arricchisce le progettualità esistenti, costringe a ridefinire i ruoli all’interno dei partenariati, richiede una co-costruzione attenta del budget e invita a guardare alle collaborazioni internazionali come a uno spazio di crescita condivisa.

Dentro le call: un’esplorazione tecnica per orientarsi

La seconda parte della mattinata è stata dedicata a un approfondimento tecnico sul programma Erasmus+, con particolare attenzione alle call relative ai partenariati per la cooperazione e alle mobilità. A guidare il percorso è stata Maria Chiara Pizzorno di Weco Impresa Sociale, che ha accompagnato i partecipanti tra requisiti, criteri di valutazione e opportunità offerte dalle linee di finanziamento attive.

Un laboratorio di peer learning per dare forma alla progettazione europea

Il pomeriggio ha dato spazio all’esplorazione pratica, con una serie di attività laboratoriali pensate per stimolare la generazione di nuove idee e rafforzare alcune proposte progettuali ancora in fase embrionale. Dopo un primo momento di scambio e conoscenza, lə partecipantə sono statə suddivisə in due gruppi per approfondire le KA1 e KA2 sulla mobilità e sui partenariati di cooperazione, trasformare e mettere alla prova le idee da portare dentro un progetto Erasmus+.

Alla giornata hanno preso parte 19 organizzazioni e 10 progettisti. Le realtà interessate a proseguire nel percorso possono ora richiedere il supporto dell’HUB e attivare l’accompagnamento con unə europrogettista del roster. Sarà il primo passo di un cammino che le guiderà fino alla presentazione delle candidature, in vista delle scadenze Erasmus+ previste tra febbraio e marzo 2026.

L’HUB progetti europei è realizzato in co-progettazione con Weco Impresa Sociale e supportata da Fondazione Compagnia di San Paolo e Camera di commercio di Torino.

Concerto solidale per il Sud Sudan

La musica al servizio della solidarietà internazionale.

Il gruppo So What torna sul palco per un evento speciale: un concerto solidale dedicato al sostegno dei progetti promossi da Needle in Sud Sudan, un’organizzazione impegnata ogni giorno nel portare istruzione, assistenza sanitaria e nuove opportunità alle comunità più vulnerabili.

Il Sud Sudan, segnato da anni di conflitti, instabilità e gravi difficoltà socio-economiche, è uno dei Paesi in cui l’accesso all’educazione e alla salute rimane più fragile: per questo ogni iniziativa di supporto riveste un’importanza fondamentale.

L’appuntamento è sabato 14 dicembre alle ore 21:00, presso la sede di via Don Dublino 12 a Chivasso.

La prenotazione è obbligatoria, da effettuare telefonicamente o tramite WhatsApp al numero 347 250 5930.

Sarà un’occasione non solo per ascoltare buona musica, ma anche per contribuire in modo concreto a un’iniziativa di grande valore umano.

Vi invitiamo a partecipare e a condividere con noi una serata in cui arte e impegno sociale si intrecciano.

Ogni nota suonata sarà un piccolo, ma significativo passo verso un futuro migliore.