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Camera di commercio di Torino e Città Metropolitana di Torino

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La Camera di commercio di Torino e la Città Metropolitana Il 18 luglio 2024 hanno firmato un accordo per la redazione di un Piano metropolitano per l’economia sociale del territorio metropolitano torinese, nella cornice di Torino Social Impact. 

L’obiettivo del processo è diffondere un nuovo modello di crescita su tutto il territorio metropolitano e costruire un piano economico con una forte identità sociale, riconoscendo di fronte alla complessità delle sfide contemporanee la necessità di non poter scindere il perseguimento di obiettivi di sviluppo economico da quello di obiettivi di coesione e inclusione sociale.

Lo sfondo di questa iniziativa è disegnato dai documenti comunitari che attribuiscono all’impresa sociale un ruolo non solo di welfare e redistributivo, ma anche di sviluppo economico, considerando la social e impact economy nel perimetro delle politiche industriali per una crescita più equa e inclusiva.

Il piano lega a doppio filo la scala locale con quella nazionale ed europea, tenendo conto della Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale (C/2023/1344 del 27 novembre 2023) e dei conseguenti lavori avviati al Ministero Economia e Finanze da maggio 2024 con l’obiettivo di dare seguito a tale Raccomandazione.

Il lavoro su scala locale costituisce un’opportunità strategica per influenzare e supportare tali processi, in quanto – come la stessa Raccomandazione riconosce – i soggetti dell’economia sociale sono fortemente radicati sul territorio, servono la comunità in cui si trovano e operano di norma con un’impostazione dal basso.

Il Piano si inserisce in una cornice programmatica e operativa già in parte definita dai documenti di indirizzo strategico degli enti promotori (Piano Strategico Metropolitano 2024-2026 di CmTo, Piano Strategico Pluriennale 2020-2024 di CCIAA e Masterplan di Torino Social Impact).

Il processo di redazione del piano, in collaborazione con Avventura Urbana, ha preso avvio in estate 2024 da una prima fase di analisi documentale, orientata alla costruzione di convergenze tematiche rispetto ai contenuti e alla struttura del documento, capaci di tenere insieme i documenti strategici comunitari e quelli locali. A seguire, è stata avviata una fase di ascolto territoriale tramite interviste agli stakeholder. Con l’evento “Verso il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino” del 5 dicembre si è entrati nella fase di coinvolgimento del territorio con l’obiettivo di approfondire il quadro di contenuti del Piano. 

Oggi ci troviamo nella quarta fase, che prevede una consultazione aperta dell’ecosistema territoriale, sul modello delle consultazioni pubbliche realizzate dalla Commissione Europea. Essa farà emergere ulteriori contributi spontanei che i soggetti territoriali riterranno utile condividere con i promotori del Piano, alla luce dell’esperienza e della conoscenza territoriale individuale. A seguito della consultazione, il piano sarà approvato dagli organi degli enti promotori.

Partecipa alla Consultazione e Di’ la Tua!

Tramite questa consultazione pubblica aperta, Città metropolitana di Torino e Camera di commercio di Torino, nella cornice di Torino Social Impact, vorrebbero conoscere il tuo parere riguardo alla bozza di Piano finora elaborata. L’obiettivo è quello di consentire a tutto l’ecosistema territoriale di segnalare agli enti promotori eventuali integrazioni o modifiche ritenute necessarie.

Periodo per l’invio di commenti

25 febbraio 2025 – 11 marzo 2025

Modalità per l’invio di commenti

Consulta la bozza del piano metropolitano per l’economia sociale di Torino. La bozza è stata redatta sulla base dei piani strategici degli enti promotori e delle fasi di consultazione finora effettuate 

Scrivi il TUO COMMENTO indicando quali modifiche o integrazioni ritieni utile valutare per rispondere alle esigenze territoriali attuali e future. 

Se lo ritieni opportuno, alla luce della programmazione strategica, delle risorse e dei progetti in essere del tuo Ente, indica se ci sono azioni del Piano a cui puoi contribuire ed in che modo.

Tutti i commenti saranno pubblicati con l’indicazione del nome, del cognome e dell’ente di appartenenza del proponente. L’indirizzo email non sarà pubblicato.

La consultazione è terminata. Ringraziamo per gli utili contributi che serviranno a finalizzare il Piano per la successiva approvazione da parte degli enti promotori.

20 Comments
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Michela Fiori
1 month ago

Sarebbe interessante comprendere la definizione di “giovani” in questi documenti.

Si stanno focalizzando le energie sui ragazzi di 20-25 anni, universitari alla ricerca di lavoro, dando spesso per scontato che i 30-35 enni di oggi siano già sistemati, quando invece sono proprio quelli che stanno facendo più fatica (troppo grandi per rimanere dipendenti dai genitori, ma impossibilitati a farlo). Spesso esistono bandi, agevolazioni, sconti, formazione gratuita e concorsi (under 30), sembra che l’Italia si sia dimenticata della generazione che oggi si ritrova ad avere più di trent’anni, considerata oramai “troppo grande” per un mutuo agevolato, per uno sconto sui treni, un corso di formazione gratuita, un bando…

Riassumendo: l’Italia, il Piemonte, Torino, dovrebbero ricordarsi che i “giovani in difficoltà”, oggi, non sono più i giovani di una volta che si sposavano a 23 anni. I “giovani in difficoltà”, oggi, hanno magari ancora 34 anni e sono spesso dimenticati dalle istituzioni.

Cognome
Fiori
Marine Cornelis, Next Energy Consumer
1 month ago

Il Piano Metropolitano di Torino per l’Economia Sociale rappresenta un passo significativo verso la promozione di uno sviluppo economico e sociale inclusivo nel nostro territorio. In qualità di esperta in politiche energetiche e sociali, vorrei proporre alcune raccomandazioni per rafforzare ulteriormente il piano:

1. Integrazione della Sostenibilità Ambientale

È fondamentale che il piano incorpori esplicitamente obiettivi di sostenibilità ambientale, in linea con il Green Deal Europeo e l’iniziativa “New European Bauhaus”. Questo potrebbe tradursi nel supporto a progetti che promuovano l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di carbonio e l’uso sostenibile delle risorse, garantendo che lo sviluppo economico e sociale sia intrinsecamente legato alla tutela ambientale.

2. Promozione di Iniziative per alloggi verdi e accessibili a tutti

Affrontare la questione abitativa attraverso la lente della sostenibilità è cruciale. Il piano dovrebbe anche guardare a incentivare la realizzazione di progetti di edilizia residenziale sociale che coniughino criteri di sostenibilità ambientale con l’accessibilità economica. Esempi come il “Condominio 25 Verde” a Torino dimostrano come sia possibile integrare spazi abitativi di qualità con soluzioni ecologiche innovative. Tali iniziative migliorano la qualità della vita dei residenti e contribuiscono anche alla creazione di comunità più coese e resilienti.

3. Sostegno Finanziario basato sulla Missione per le Organizzazioni del Terzo Settore

Le organizzazioni del terzo settore svolgono un ruolo cruciale nel tessuto sociale, spesso operando con risorse limitate. È essenziale prevedere meccanismi di finanziamento che vadano oltre il semplice supporto a singoli progetti, offrendo invece sostegno basato sulla missione dell’organizzazione. Questo approccio garantirebbe una maggiore stabilità finanziaria, permettendo a queste realtà di pianificare a lungo termine e di rispondere in modo più efficace alle esigenze della comunità.

4. Potenziamento della Mobilità Sostenibile

La promozione di modalità di trasporto sostenibili, come il camminare, l’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici ecologici, è fondamentale per migliorare la qualità della vita urbana. Il piano dovrebbe prevedere lo sviluppo di infrastrutture dedicate, come piste ciclabili sicure e zone pedonali, nonché incentivi per l’utilizzo di veicoli elettrici. Queste misure riducono l’impatto ambientale e favoriscono anche la salute e il benessere dei cittadini.

5. Rafforzamento della Collaborazione Intersettoriale

Accolgo con favore la creazione di sinergie tra enti pubblici, imprese private e organizzazioni della società civile è essenziale per affrontare in modo efficace le sfide sociali ed economiche. Il piano dovrebbe facilitare piattaforme di dialogo e collaborazione, promuovendo progetti congiunti che valorizzino le competenze e le risorse di ciascun attore coinvolto, e permettono a più organizzazioni accedere ai fondi europei.

Cognome
Cornelis
Ente di appartenenza
Next Energy Consumer
susanna crt
20 days ago

Il Piano presenta una visione ambiziosa, ma rischia di rimanere troppo generico e poco operativo. Pur mirando a integrare economia sociale e politica industriale, manca una chiara definizione delle priorità e dei meccanismi di attuazione. Gli obiettivi, spesso espressi in termini generali (es. “favorire il riconoscimento dell’economia sociale”, “rafforzare le condizioni abilitanti”), necessitano di maggiore concretezza, con tempistiche precise, soggetti responsabili e un piano d’azione dettagliato per evitare un elenco di buone intenzioni prive di attuabilità. Inoltre, sebbene il Piano riconosca la specificità del territorio torinese, con ampia presenza di natura montana e rurale, le azioni proposte appaiono prevalentemente orientate a un contesto urbano. Sarebbe opportuno sviluppare soluzioni scalabili e adattabili alle aree interne, per garantire un impatto più equo e diffuso.

Cognome
crt
Giovanni Belly, AIMI -Associazione Italiana del Mentoring per l'Impresa - no profit
20 days ago

Buongiorno, ho letto la bozza del Piano, a cui ho contributito avendo partecipato ai vari incontri che sono stati organizzati, e l’ho trovato molto completo e di facile lettura. Per quanto mi riguarda professionalmente, mi sento molto vicino al punto 4. Formazione Continua, Sviluppo di Competenze, Giovani in quanto dopo più di trent’anni di attività manageriale ed imprenditoriale mi occupo da più di 30 anni di supporti alle organizzazioni (profit e no profit) per il miglioramento delle performance partendo dall’analisi del modello di business, all’obiettivo strategico, alla creazione dell’organizzazione più performante, fino alla realizzazione del Piano Operativo quotidiano.
Alla luce di quanto sopra esposto sono interessato a poter contribuire attivamente nello sviluppo del punto 4. facendo parte del tavolo di lavoro relativo avendo acquisito nel corso degli anni alte professionalità in questi ambiti. Inoltre faccio presente che sono il socio fondatore e Presidente della prima associazione del mentoring in Italia (AIMI – Associazione Italiana del Mentoring per l’Impresa) che è il rappresentante italiano del progetto europeo Early Warning Europe e della relativa academy (EWEMA).

Cognome
Belly
Ente di appartenenza
AIMI -Associazione Italiana del Mentoring per l'Impresa - no profit
Alessandro Prandi, Volontariato Torino ETS
20 days ago

Il Piano Metropolitano per l’Economia Sociale di Torino 2030 promuove un modello di sviluppo territoriale che coniuga crescita economica e benessere sociale, valorizzando il ruolo dell’economia sociale e solidale nel rispondere alle sfide della transizione ecologica, della riduzione delle disuguaglianze e dell’evoluzione dei modelli produttivi.

L’obiettivo principale è rafforzare l’ecosistema dell’economia sociale attraverso strumenti finanziari, formazione, politiche pubbliche e sinergie tra enti pubblici, imprese, università e Terzo Settore. Il piano si inserisce in un contesto più ampio, in linea con le strategie europee e nazionali per l’economia sociale, e mira a consolidare il ruolo di Torino come punto di riferimento in questo ambito.

Sono state recepite osservazioni e suggerimenti avanzati dal nostro ente in passato in ordine al coinvolgimento e al ruolo del terzo settore ed in particolare del volontariato con particolare riferimento a:

  • Co-progettazione e Governance Condivisa
  • Formazione e Capacity Building
  • Digitalizzazione

In conclusione il Piano riconoscendoli come attori chiave per la trasformazione economica e sociale della città metropolitana.

Cognome
Prandi
Ente di appartenenza
Volontariato Torino ETS
Susanna Coppolecchia, Università di Bologna Dipartimento di scienze dell'educazione
17 days ago

Proposta di Implementazione al Piano:
Introduzione di una prospettiva critica e pedagogica sui processi di attuazione
L’economia sociale, sebbene si configuri come un modello inclusivo e collaborativo, non può
essere considerata un dispositivo neutro. Il successo delle sue pratiche
dipende non solo dagli strumenti utilizzati, ma anche dai processi attraverso cui vengono
implementati. Per questa ragione, suggeriamo di integrare nel piano una prospettiva critica e
pedagogica, che metta in luce il valore dei processi di attuazione e il loro impatto sulla
realizzazione effettiva dei principi di equità, trasparenza e partecipazione.
Viene sottolineata l’importanza di un cambiamento sistemico che vada
oltre la mera applicazione di procedure tecniche e che favorisca un modello basato sulla
cooperazione anziché sulla competizione. Si tratta di un’economia sociale che non solo
esiste, ma che viene continuamente costruita e negoziata nel contesto specifico in cui opera,
attraverso pratiche di amministrazione condivisa e co-progettazione.
L’attuazione di politiche di economia sociale senza un’adeguata riflessione sui processi
decisionali e operativi può portare a conseguenze indesiderate, quali:
•Asimmetrie di potere tra gli attori coinvolti, in cui il pubblico o il privato profit
mantengono il controllo decisionale, riducendo il ruolo del Terzo Settore a mero esecutore.
•Mancanza di effettiva inclusione nelle pratiche di governance, dove le realtà
più deboli (piccole cooperative, organizzazioni di prossimità) non riescono a incidere
realmente sulle strategie adottate.
•Uso strumentale di modelli collaborativi, che rischiano di essere applicati
come meri strumenti tecnici, senza un’effettiva trasformazione dei principi che li ispirano.
Per evitare questi rischi, il Piano dovrebbe integrare un approccio di governance riflessiva, in
cui la dimensione della formazione e della consapevolezza critica degli attori coinvolti sia
parte integrante del processo di attuazione delle politiche di economia sociale.
Necessità di una Cultura della Trasparenza e della Responsabilità nei Processi di
Economia Sociale
Come già messo in evidenza l’amministrazione condivisa e l’economia sociale devono essere lette in relazione tra loro, ma con un’attenzione critica alla loro evoluzione nei contesti locali. In particolare, si propone di affiancare strumenti di valutazione qualitativa ai sistemi di misurazione
dell’impatto sociale, per garantire che l’efficacia delle politiche sia valutata non solo in termini
di risultati numerici, ma anche di processi e qualità delle relazioni costruite.
•Creare spazi di confronto e autoanalisi periodica tra gli attori coinvolti
(pubblico, privato, Terzo Settore), per identificare le criticità emergenti nei processi di
•Introdurre meccanismi di accountability partecipativa, in cui siano le comunità
locali a valutare e monitorare l’effettivo impatto delle politiche di economia sociale,
superando il tradizionale approccio top-down.
Alla luce di queste considerazioni, si propone di integrare nel Piano i seguenti elementi:
1. Formazione critica per gli attori dell’economia sociale
• Inserire percorsi di educazione all’economia sociale e all’amministrazione
condivisa, rivolti non solo agli operatori del settore, ma anche ai funzionari pubblici e alle
imprese private coinvolte.
•trasparenza: sviluppare workshop e laboratori dedicati alla riflessione sui processi di
co-progettazione, per favorire una reale consapevolezza sui principi di collaborazione e
2. Strumenti di monitoraggio partecipativo
•Creazione di osservatori civici che possano valutare la qualità dei processi
attuativi dell’economia sociale.
• Introduzione di indicatori qualitativi che misurino non solo gli esiti economici e
occupazionali, ma anche la qualità delle relazioni tra gli attori del sistema.
3. Sperimentazione di modelli di governance inclusivi
•Implementare strumenti di valutazione delle dinamiche di potere nei processi
di economia sociale, per garantire che nessun attore (profit o pubblico) monopolizzi il
controllo decisionale.
•Creare spazi di confronto regolari tra pubblico, privato e Terzo Settore, in cui
si discuta in modo trasparente di equità nei processi decisionali e redistribuzione delle
risorse.
L’integrazione di una prospettiva critica e pedagogica nel piano metropolitano per
l’economia sociale è cruciale per garantire che gli strumenti adottati non diventino meri
dispositivi tecnici, ma veri motori di cambiamento sistemico.
L’economia sociale non è solo un modello economico alternativo, ma un processo di
trasformazione culturale e politica. Il successo delle politiche in questo ambito dipende non
solo dalle risorse impiegate, ma dalla qualità delle relazioni, delle scelte e delle modalità di
attuazione adottate.
Per questo, è necessario che il Piano preveda non solo obiettivi e strumenti operativi, ma
anche momenti di riflessione, apprendimento e valutazione continua.

Coppolecchia, S. (2025). Per una prospettiva pedagogica di un’economia sociale solidale: il
caso dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina. Tesi di dottorato, Università di
Bologna, Dipartimento delle Scienze dell’Educazione

Cognome
Coppolecchia
Ente di appartenenza
Università di Bologna Dipartimento di scienze dell'educazione
Bruno DALLA CHIARA, Politecnico di Torino
16 days ago

Complimenti per il lavoro svolto.
Latitano a mio modesto avviso le connessioni fisiche e relative innovazioni tecnologie, mentre sono abbondantemente trattate quelle digitali, ma tutte erano state proficuamente discusse nella riunione svolta a fine 2024.  
In merito a “5. CONNESSIONI FISICHE, DIGITALI E INNOVAZIONE TECNOLOGICA”, occorre rafforzare a mio avviso i seguenti concetti, che erano ben emersi nella riunione presso Città Metropolitana:

  1. Il Piemonte è l’unica Regione in Italia che progetta, produce e manutiene – anche con l’ausilio di sistemi digitali – tutti i sistemi di trasporto: autoveicoli leggeri e pesanti, treni, aerei, biciclette, impianti a fune (anche per applicazioni recenti urbane), piccole navi, tecnologie per i trasporti (ITS, Intelligent Transport Systems).
  2. L’integrazione dei sistemi e servizi di trasporto in logica gerarchica, flessibile e comodale è scopo del MaaS, che è già citato, ma occorre rafforzare questo concetto, trattato (se servono chiarimenti possiamo sentirci).
  3. Manca l’indicazione che l’innovazione tecnologica deve contraddistinguere i nuovi tipi di veicoli – autoveicoli flessibili e connessi nei quali la logica ambientale sia inserita, con l’etichetta ambientale nell’auto – ma anche possibilità di tele-diagnostica e controllo remoto, tutto inserito nel digitale.

 
Questo si può riassumere nel modo seguente se occorre essere più sintetici:

  1. Rafforzare il ruolo del territorio nelle connessioni fisiche e in remoto, con nuovi autoveicoli e altri sistemi di trasporto dotati di “etichetta ambientale” e connessi in cloud nonché verificabili nell’ingresso nelle zone protette (es. ZTL o zone anche in provincia o Regione; segnalo la Direttiva 2881/2024);
  2.  Rafforzare il ruolo delle diagnostica e verificabilità ambientale dei veicoli.
Cognome
DALLA CHIARA
Ente di appartenenza
Politecnico di Torino
Sara Migliardi, Agenzia Piemonte Lavoro
16 days ago

Buongiorno,
di seguito elenchiamo i commenti alla bozza del Piano.
In corrispondenza del capitolo “6. INCLUSIONE SOCIALE E LAVORATIVA” – Obiettivo 6.1 Favorire il coordinamento delle politiche per l’inclusione sociale tra pubblico e privato:
– aggiungeremmo una strategia denominata “Migliorare la gestione delle politiche per l’inclusione” che preveda come azione “Rafforzare l’efficacia e l’efficienza delle reti dei servizi dei territori” e come Risorse e strumenti “Manager del Welfare di Comunità”;
– rispetto alla strategia “Favorire una cultura d’impresa maggiormente rivolta all’inclusione delle categorie fragili della popolazione” integreremmo le azioni con la seguente: “Promozione di strumenti e misure esistenti che favoriscono l’inserimento nel mondo del lavoro di persone fragili: a) Promuovere l’Accordo Quadro DGR.n.16-6460 del 30 Gennaio 2023 per l’utilizzo di convenzioni art. 14 D. Lgs. 276/2003, finalizzate all’integrazione nel mercato del lavoro delle persone con disabilità che presentino particolari difficoltà d’inserimento nel ciclo lavorativo ordinario;-Fondo Regionale Disabili “Progetti per l’inclusione socio-lavorativa di persone con disabilità”; b) Fondo Regionale Disabili “Bando per l’erogazione di contributi rivolti ai datori di lavoro per favorire l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro delle persone con disabilità”. Specifichiamo inoltre che nelle azioni trasversali di monitoraggio e valutazione relative a questa strategia sarebbe utile organizzare survey periodiche, raccolta di dati statistici e feedback dalle imprese e dalle istituzioni che partecipano agli eventi, tavoli, report annuali. Infine in Risorse e strumenti potrebbe avere senso organizzare degli eventi divulgativi programmati dai tavoli interstituzionali che incentivino la partecipazione di cittadini e imprese nell’individuazione di politiche e soluzioni per l’inclusione sociale.
– alla strategia “Divulgare e diffondere gli strumenti di inclusione lavorativa e sociale” proponiamo di inserire in Risorse e strumenti i seguenti punti: a) azioni divulgative (report e documenti di ricerca sui benefici dell’inclusione sociale realizzata attraverso il coordinamento pubblico-privato) e b) esperti e consulenti per supportare la progettazione di politiche integrate e per la formazione di attori pubblici e privati (utilizzo integrato di fondi europei, nazionali e locali).
In corrispondenza del capitolo “6. INCLUSIONE SOCIALE E LAVORATIVA” – Obiettivo 6.3 Sviluppare percorsi di sviluppo professionale nell’ambito dell’economia sociale, aggiungeremmo nella strategia “Promuovere lo sviluppo della persona inserita nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa” le seguenti Risorse e azioni: a) Programmi di mentoring per giovani professionisti dell’economia sociale, con focus su leadership, inclusione e sostenibilità b) formazione continua certificata per le competenze professionali richieste dall’economia sociale, con focus su inclusione e sostenibilità c) Supporto di esperti e formatori con esperienza nel settore dell’economia sociale e nell’inclusione lavorativa d) incentivi per imprese: Fondo Regionale Disabili: “Bando per l’erogazione di contributi rivolti ai datori di lavoro per favorire l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro delle persone con disabilità”


Cognome
Migliardi
Ente di appartenenza
Agenzia Piemonte Lavoro
Nadia Lambiase, Mercato Circolare, società benefit
16 days ago

Questo piano rappresenta un tassello strategico per definire la visione della città metropolitana di Torino per la promozione dell’economia sociale e mettere a sistema le azioni per tradurla in pratica.

Per quanto il focus sia l’economia sociale riteniamo, tuttavia, che gli aspetti legati alla riduzione degli impatti ambientali e alla tutela dell’ambiente potrebbero essere maggiormente integrati nel piano, per diversi motivi.

  • Rendere evidente l’importanza di una visione di sviluppo sostenibile che veda fortemente interconnesse la dimensione sociale, economica ed ambientale.
  • Perché gli attori dell’economia sociale possono essere protagonisti della transizione ecologica e svolgere un ruolo importante per far fronte alle sfide che la città si trova ad affrontare, ad esempio quella del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030.
  • Perché è opportuno non sottovalutare le ripercussioni sociali della transizione ecologica, tenendo conto dell’accessibilità delle fasce sociali meno abbienti a prodotti e servizi sostenibili, cosicché tutti e tutte possano contribuire ad un modello di economia sostenibile.

In quanto organizzazione che promuove i principi dell’economia circolare, facciamo presente che seppure questo paradigma economico si connoti fortemente per la sua valenza di riduzione degli impatti ambientali, può rappresentare anche una leva importante di integrazione e di aggregazione sociale. Basti pensare, a come buone pratiche di riuso, scambio, riparazione possano diventare occasioni che favoriscono un approccio collaborativo e l’incontro fra le persone.

A questo proposito, per quanto riguarda risorse e strumenti, la nostra realtà può mettere a disposizione la app Mercato Circolare, uno strumento digitale che mette in contatto l’utente con imprese e progetti del territorio che operano secondo i principi dell’economia circolare. La app Mercato Circolare può essere un contenitore cui attingere per alimentare il portale dei saperi, dal momento che molte delle realtà censite sono anche legate all’economia sociale.

Riteniamo, inoltre, che sia fondamentale creare un’agenda di tutte le iniziative ed eventi sul territorio che trattano i temi dell’economia sociale e dello sviluppo sostenibile più in generale, in modo da fornire un calendario facilmente accessibile dagli attori del territorio e da tutti i cittadini e le cittadine.

Poiché la formazione è un aspetto centrale del piano, riteniamo che sia importante integrare delle azioni che siano volte a promuovere presso la cittadinanza modelli di consumo responsabili, e che al contempo creino una maggiore consapevolezza sulle realtà “responsabili” che esistono sul territorio metropolitano.

Evidenziamo, infine, come elemento di attenzione per le fasi successive, quello di definire scadenze, ruoli e azioni circostanziate così da tradurre sempre più il piano in una roadmap operativa e monitorabile.

Cognome
Lambiase
Ente di appartenenza
Mercato Circolare, società benefit
Ivano Osella, Arci
16 days ago

Come associazione Felce e Mirtillo condividiamo le osservazioni al documento inviate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.
Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:
– una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;
– l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
– la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
– la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:
– il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
– il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;
– la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
– la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

Cognome
Osella
Ente di appartenenza
Arci
Ilaria Bessone, Associazione Pirilampo APS
16 days ago

Come associazione Pirilampo APS condividiamo le osservazioni al documento inviate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.
Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:
– una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;
– l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
– la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
– la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:
– il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
– il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;
– la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
– la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

Cognome
Bessone
Ente di appartenenza
Associazione Pirilampo APS
Valter Passet, ARCI Valle Susa-Pinerolo aps
16 days ago

Siamo una Associazione di Promozione Sociale a cui aderiscono più di 50 circoli, in prevalenza APS, che hanno sede sul territorio della Città Metropolitana di Torino (Pinerolese, Zona Ovest di Torino, Valli di Susa, del Sangone, di Lanzo e Ciriacese).

Ci riconosciamo nelle osservazioni al documento elaborate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.
Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:
– una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sociale;
– l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
– la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
– la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:
– il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
– il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;
– la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
– la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

Cognome
Passet
Ente di appartenenza
ARCI Valle Susa-Pinerolo aps
Gabriele Moroni, Forum Terzo settore in piemonte
16 days ago

Il Forum Terzo Settore in Piemonte, organismo di rappresentanza degli ETS, che in Piemonte associa 41 reti di Terzo Settore (che rappresentano complessivamente più di 8mila ETS ed altri enti non profit), ha condotto una consultazione interna con i propri soci per esaminare la bozza del Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino. L’obiettivo di questa consultazione è stato quello di contribuire con una visione articolata e strutturata, valorizzando le peculiarità dell’economia sociale nel nostro territorio e proponendo integrazioni che possano rendere il documento più rappresentativo e inclusivo di tutte le anime del Terzo Settore.
Ci preme sottolineare che auspichiamo di poter svolgere un dialogo istituzionale con la Città Metropolitana che possa ulteriormente approfondire le singole questioni, anche valutando insieme il contributo concreto che gli enti aderenti al Forum potrebbero dare allo sviluppo dell’economia sociale. 

Osservazioni e Proposte

Il Piano intende promuovere un modello di sviluppo territoriale in cui competitività economica e prosperità sociale si integrino reciprocamente, con l’obiettivo di generare uno sviluppo equo e sostenibile, fondato su tre elementi fondamentali:
– l’integrazione dell’economia sociale nelle strategie di sviluppo,
– la costruzione di partnership multi-attore,
– la centralità dei giovani come beneficiari e protagonisti del nuovo modello di economia sociale di mercato. 
Sono temi fondamentali che ci interrogano, sui quali rifletteremo più avanti per approfondirne la complessità.
Inoltre  consideriamo centrali e in linea con le priorità individuate dalle nostre organizzazioni aderenti alcune analisi, visioni e misure proposte dal Piano, tra cui:
• una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;
• l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
• la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
• la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito;
• lo sviluppo di competenze e formazione continua.

Il Piano ha l’obiettivo ambizioso di porsi come catalizzatore di trasformazione, per  ridefinire il rapporto tra economia e società attraverso l’integrazione delle politiche industriali e sociali, la promozione di partenariati innovativi e il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni. 
Per perseguire questi obiettivi indichiamo di seguito anche alcuni aspetti che andrebbero secondo noi integrati o modificati.

Gli attori chiave  dell’economia sociale: maggior riconoscimento del ruolo dell’intero ecosistema dell’economia sociale
È in corso un ampio dibattito a livello europeo e nazionale su cosa si intenda per soggetti dell’Economia sociale, nella consapevolezza che, come indicato nella Raccomandazione del Consiglio Europeo del 27.11.2023, ci potranno essere differenze tra i diversi Piani Nazionali. In questo quadro occorre riconoscere le peculiarità  della situazione italiana, che vanta realtà di Terzo Settore molto radicate, sviluppate, significative anche sul piano della rappresentanza. 
Le recenti riforme, sia riguardo gli Enti di Terzo Settore e sia riguardo le imprese sociali, hanno contribuito a costruire alcune condizioni normative che potranno, se seguite da politiche concrete, consolidare le realtà di Terzo Settore e la loro capacità di sviluppare economia sociale. In questo senso il documento ricostruisce bene nel par. “Contesto socio-economico” buona parte degli enti che costituiscono i soggetti chiave dell’economia sociale, con l’eccezione delle Società di Mutuo Soccorso (di cui all’art. 42 del Codice del Terzo Settore), e degli altri ETS diversi di Imprese sociali, APS e ODV. 
Le Società di Mutuo Soccorso rappresentano un importante elemento di coesione sociale. Solo in Piemonte, esistono oltre 300 società di mutuo soccorso, molte delle quali  collaborano attivamente con le ASL e con il territorio per garantire servizi di welfare integrato. Oltre a questa segnalazione, riteniamo che il Piano, nel suo svolgimento, soprattutto nella parte delle azioni/obiettivi indicati nelle tabelle, in alcuni punti trascuri quella centralità degli attori dell’economia sociale che è universalmente riconosciuta. In questo quadro, resta fondamentale riconoscere l’importanza delle connessioni, in una logica multiattoriale, tra i protagonisti dell’economia sociale e le altre tipologie di attori (pubblici, privati, imprese profit), ma focalizzando l’attenzione sugli interpreti dell’economia sociale, sul loro rafforzamento, sullo sviluppo di condizioni, strumenti, risorse che consentano a questi attori di diventare più capaci di produrre gli impatti sociali che sono alla base della loro azione, della loro mission istituzionale, della loro natura di enti finalizzati a produrre sulle comunità di riferimento ricadute, positive, concrete e misurabili.
Questo approccio viene fortemente auspicato anche a livello nazionale dal Forum del Terzo Settore Nazionale che sta contribuendo a elaborare il Piano Nazionale dell’Economia Sociale insieme ai Ministeri e soggetti istituzionali deputati. Anche il Rapporto elaborato da Euricse “Benchmarking the socio-economic performance of the EU social economy” di settembre 2024 https://euricse.eu/en/publications/analisi-comparativa-dei-risultati-socioeconomici-delleconomia-sociale-nellunione-europea/ evidenzia molto bene che, pur con le differenze da Paese a Paese, le 4 famiglie di soggetti dell’Economia sociale sono: la cooperative, le società di mutuo soccorso, le associazioni e le fondazioni.
Per questo motivo, abbiamo nel documento indicato in modo più esplicito il riferimento ai diversi attori chiave dell’economia sociale,  includendo non solo l’imprenditoria sociale, ma l’intero ecosistema dell’economia sociale, comprese le realtà di Terzo Settore riconosciute dal Codice del Terzo Settore (ETS), a cui si aggiunge la cooperazione nel suo complesso.
Nel documento si fa inoltre correttamente riferimento alla necessità di promuovere e rafforzare partenariati e sinergie, ma appare sfocata la rappresentanza degli enti locali, della cooperazione e del Terzo Settore, che chiediamo sia indicata espressamente nel documento, nelle varie tabelle degli obiettivi/azioni. Un dialogo continuo con le centrali cooperative e con gli enti di rappresentanza degli ETS  garantirebbe una maggiore aderenza al contesto territoriale metropolitano e piemontese, per valorizzarne le pratiche le reti, il radicamento territoriale, le prassi operative, il potenziale dei propri volontari, le competenze sviluppate, etc.
Il ruolo strategico delle comunità sociali

Un altro punto riguarda la centralità della comunità nel sistema dell’economia sociale. Il documento attuale sembra considerare la dimensione comunitaria come un effetto dell’economia sociale, senza metterla realmente al centro delle strategie. Questo è un aspetto da rafforzare, evidenziando come le reti territoriali e il coinvolgimento diretto della cittadinanza, e delle organizzazioni sociali promosse dai cittadini, siano elementi fondanti di questo modello di sviluppo, soprattutto nella parte che riguarda lo sviluppo metromontano. 

La visione di economia sociale: un dialogo sul modello di sviluppo e sul sistema economico 

Dalla consultazione è emersa una riflessione importante sul modello di sviluppo che il documento propone, in particolare con riferimento alla “visione” presentata.
Il documento sembra aderire a un paradigma in cui competitività economica e socialità si compenetrano, senza però mettere in discussione il concetto stesso di crescita economica. La crescita economica non coincide necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici – che ormai appartengono al dibattito accademico da decenni –  orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale, oltre che ambientale.
Lo sviluppo è stato prevalentemente definito come sviluppo economico, nel convincimento – insito nelle teorie liberiste o neo-liberiste portate avanti da istituzioni nazionali e internazionali (Nazioni Unite, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, etc.) – che l’incremento dei beni economici avrebbe spontaneamente generato il progresso in tutti i settori della convivenza, il miglioramento della vita delle persone e dei Paesi. Oggi è da più parti evidente come nessuno dei grandi obiettivi di sviluppo proclamati dalle Nazioni Unite negli ultimi trent’anni sia stato raggiunto. Oggi lo vediamo costante nella finanziarizzazione dell’economia che anche nei nostri Paesi “Sviluppati”, in mancanza di uno Stato Sociale che ne mitighi l’impatto, acuisce le diseguaglianze e le povertà.
4. Nuove generazioni 
Molto interessante che  il piano faccia emergere l’importante ruolo dei giovani e lo richiami in più punti, anche per quanto attiene a obiettivi e azioni. Si segnala in aggiunta, in particolare, che l’accesso al credito per le nuove generazioni è spesso ostacolato dalla mancanza di forme giuridiche consolidate. Il Piano dovrebbe affrontare questa criticità, prevedendo strumenti di supporto per le startup sociali e per i giovani che vogliono intraprendere percorsi di impresa sociale. Inoltre andrebbe valorizzato il protagonismo dei giovani, anche come autorganizzazione dal basso, sia sotto forma di Impresa e sia sotto forma di associazioni e altre aggregazioni. Abbiamo dunque indicato nel documento alcune integrazioni in questo senso.
Conclusioni

Il contributo del Forum Terzo Settore in Piemonte vuole essere un valore aggiunto al processo di costruzione del Piano metropolitano per l’economia sociale. Abbiamo quindi evidenziato nel testo alcuni temi prioritari, fra questi:
• il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
• il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore (previste all’art. 46 del Codice del Terzo Settore);
• la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
• la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti, sia quelli più innovativi (centri culturali e giovanili), sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale (compresi quelli di APS e SMS).
In questo senso riteniamo che il documento rappresenti una buona base di partenza, ma che possa essere arricchito con una maggiore attenzione alla pluralità dei soggetti coinvolti, al ruolo della comunità, alla sostenibilità del lavoro e alla visione dell’economia sociale come laboratorio di innovazione economica e sociale. Il nostro auspicio è che le indicazioni emerse possano essere prese in considerazione per rendere il Piano uno strumento realmente inclusivo e rappresentativo dell’intero ecosistema territoriale.
Qui alleghiamo la bozza del piano con le modifiche e le integrazioni proposte dai soci del Forum Terzo settore in Piemonte.

Cognome
Moroni
Ente di appartenenza
Forum Terzo settore in piemonte
Magda Morelli, Circolo arci Casa Penelope Aps
16 days ago

Come associazione CIRCOLO ARCI CASA PENELOPE APS condividiamo le osservazioni al documento inviate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.
Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:
– una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;
– l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
– la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
– la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:
– il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
– il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;
– la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
– la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

GRAZIE

Cognome
Morelli
Ente di appartenenza
Circolo arci Casa Penelope Aps
Francesca Oldani, Fondazione Piemonte Innova - FPI
16 days ago

Relativamente alle integrazioni che riteniamo possano essere utili e da valutare, forniamo qui di seguito alcuni spunti di riflessione:
1.     Potrebbe essere interessante inserire nel piano metropolitano il tema relativo alla Corporate Digital Responsability (CDR) quale insieme di pratiche e comportamenti che aiutano ad utilizzare le tecnologie digitali e i dati in modo che siano percepiti come socialmente, economicamente e ambientalmente responsabili. Si potrebbe ad esempio fare sinergia con il progetto COEUS (COrporate digital responsibility skills in central EUropean Smart specialisation) che tratta nello specifico la tematica anche a livello europeo;2.     Potrebbe essere utile inserire nel piano metropolitano riferimenti più espliciti e specifici legati alla sostenibilità ambientale in linea con il Green Deal Europeo;
3.     Ci sembra inoltre opportuno evidenziare l’utilità di implementare non solo un sistema di monitoraggio continuo, ma altresì di valutazione per misurare l’efficacia delle azioni intraprese, definendo indicatori chiave di performance (KPI) specifici per ogni area di intervento.
Fondazione Piemonte Innova (FPI) in quanto soggetto che supporta e contribuisce alla competitività del territorio affiancando imprese, enti non profit e istituzioni nella progettazione e nella gestione di processi di innovazione e di transizione digitale, riteniamo di poter contribuire al piano in particolare per quanto concerne gli obiettivi che rientrano in CONNESSIONI FISICHE, DIGITALI E INNOVAZIONE TECNOLOGICA [Obiettivo 5.1 Coinvolgere l’economia sociale nello sviluppo di infrastrutture fisiche e digitali abilitanti; Obiettivo 5.2 Promuovere l’inclusione digitale e ridurre il digital divide Obiettivo 5.3 Rafforzare la digitalizzazione, l’innovazione, l’utilizzo della tecnologia e dei dati nell’economia sociale]. A tale proposito, stiamo attualmente coordinando un progetto europeo (DO Impact “Digital and Data-Driven Opportunities to strengthen the Social Economy Impact”) incentrato sul potenziamento delle PMI e delle organizzazioni del Proximity and Social Economy Sector (PSE) attraverso l’integrazione di strumenti digitali e metodologie basate sui dati per migliorare la sostenibilità, il valore sociale e la competitività.
In quanto ente che sviluppa, promuove e diffonde le collaborazioni tra pubblico, privato e enti non profit, riteniamo inoltre di poter offrire il nostro contributo relativamente agli obiettivi di GOVERNANCE E PARTNERSHIP.

Cognome
Oldani
Ente di appartenenza
Fondazione Piemonte Innova - FPI
Eleonora Conte, ARCI APS
16 days ago

Come associazione Socialmente APS condividiamo le osservazioni al documento inviate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.
Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:
– una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;
– l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
– la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
– la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:
– il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
– il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;
– la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
– la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

Cognome
Conte
Ente di appartenenza
ARCI APS
Candida Maria Leonforte, In(t)essere APS
16 days ago

Come associazione In(t)essere condividiamo le osservazioni al documento inviate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.
Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:
– una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;
– l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;
– la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;
– la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:
– il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;
– il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;
– la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;
– la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

Cognome
Leonforte
Ente di appartenenza
In(t)essere APS
Tiziana Ciampolini, Consiglio Comunale di Torino
16 days ago

Il Consiglio Comunale di Torino, lunedi 17 febbraio 2025 approverà il documento dal titolo IL SISTEMA INDUSTRIALE TORINESE TRA CRISI ED ECCELLENZE: ANALISI E PROPOSTE DELLA CITTA. QUALE RUOLO DELLA CITTA’? Il documento è firmato dai consiglieri Pierino Crema (PD), Claudio Cerrato (PD), Tiziana Ciampolini (Lista Civica Torino Domani), Simone Fissolo (Moderati), Sara Diena (Sinistra Ecologista), Silvio Viale (+Europa), Elena Apollonio (Demos).

In tale documento si inserisce l’economia sociale tra i principali asset di sviluppo della città e si riassume il percorso di realizzazione del Piano Metropolitano per l’Economia Sociale. A questo proposito, nel documento si sostiene cheSolo un virtuoso sviluppo che tiene insieme industria e produzione manifatturiera, turismo, terziario e sviluppo dell’economia sociale, permetterà a questo territorio di uscire dalle difficoltà in cui si trova”. Nello stesso documento si afferma cheun nuovo modello di crescita da promuovere su tutto il territorio torinese e della Città Metropolitana per costruire un piano economico con forte identità sociale, riconoscendo di fronte alla complessità delle sfide contemporanee la necessità di non poter scindere il perseguimento di obiettivi di sviluppo economico da quello di obiettivi di coesione e inclusione sociale. Si ritiene inoltre necessaria una innovazione del welfare torinese: “L’innovazione del welfare avvenga attraverso i processi e le risorse per l’economia sociale“.

Cognome
Ciampolini
Ente di appartenenza
Consiglio Comunale di Torino
Franco Romanelli, APS CDM CENTRO DIDATTICA MUSICALE
16 days ago

Come associazione APS CDM CENTRO DIDATTICA MUSICALE di BORGARO T.SE condividiamo le osservazioni al documento inviate dal Forum del Terzo Settore in Piemonte.

Riteniamo importante che la bozza di Piano contenga:

• una visione che considera inscindibili sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale;

• l’attenzione alla valorizzazione dell’economia sociale anche nei contesti montani, rurali e “di confine”;

• la centralità delle azioni finalizzate all’inclusione sociale e lavorativa;

• la promozione di misure che facilitino l’accesso al credito.

Siamo persuasi che la crescita economica non coincida necessariamente con un maggiore benessere sociale, ed è fondamentale che l’economia sociale non si limiti a integrarsi nei modelli di sviluppo esistenti, ma possa sperimentare nuovi modelli economici orientati alla riduzione delle disuguaglianze, all’inclusione e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Consideriamo fondamentale che il Piano integri alcuni elementi rilevanti per il nostro:

• il coinvolgimento attivo degli organismi di rappresentanza di cooperazione ed ETS: Centrali cooperative, Forum del Terzo Settore, Reti associative ETS;

• il coinvolgimento nelle azioni del Piano e fra i beneficiari delle misure di sostegno e finanziamento previste di tutte le forme degli Enti del Terzo Settore;

• la promozione di linee guida e buone pratiche di Amministrazione condivisa;

• la valorizzazione dei presidi territoriali e dei luoghi di incontro esistenti (compresi i circoli APS), sia quelli più innovativi, sia quelli per i quali è necessario innescare processi di rinnovamento progettuale e generazionale.

• un maggior coinvolgimento delle realtà associative periferiche del territorio rispetto alle iniziative della Città di Torino

Cognome
Romanelli
Ente di appartenenza
APS CDM CENTRO DIDATTICA MUSICALE
Tiziana Ciampolini, Consiglio Comunale di Torino
15 days ago

Tiziana Ciampolini, rettifca del commento: il Consiglio Comunale approverà lunedi 17 marzo il documento di cui sopra.

Cognome
Ciampolini
Ente di appartenenza
Consiglio Comunale di Torino