Giovedì 20 novembre ha avuto luogo il secondo incontro della Comunità di pratica Parità di genere, dedicato alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne.
Un pomeriggio di confronto e co-progettazione, ospitati dalla Rete Italiana di Cultura Popolare negli spazi del Fondo Tullio De Mauro, per condividere esperienze, strumenti e approcci utili a promuovere ambienti di lavoro e di vita liberi dalla violenza di genere.
L’incontro è co-organizzato con due organizzazioni partner di Torino Social Impact: Telefono Rosa Piemonte e Amapola. Per l’occasione è intervenuta Cristina Donalisio, componente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Torino e, a guidare l’incontro, Monica Cerutti, esperta di politiche di inclusione sociale e questioni di genere.
Dopo i saluti di TSI, a cura di Lorena Di Maria, Monica Cerutti ha illustrato la campagna annuale di UN Women e delle Nazioni Unite, che dal 25 novembre al 10 dicembre darà vita ai 16 giorni di attivismo dedicati al tema della violenza di genere digitale, tema dell’anno 2025. Una campagna rappresentata dal colore arancione, scelto come simbolo di un futuro libero dalla violenza.
Per l’occasione, Monica ha ricordato come la violenza sulle donne sia un fenomeno diffuso e trasversale: “Spesso la consideriamo un problema lontano da noi o dalla nostra cerchia. In realtà non ha a che fare con il livello di istruzione o con la condizione socio-economica: può manifestarsi in qualsiasi contesto”.
Durante l’intervento si è parlato di deepfake, del ruolo dell’intelligenza artificiale, della manosfera e della misoginia online, ma anche di come le nuove tecnologie, se usate correttamente, possono diventare strumenti utili per individuare, monitorare e prevenire questi fenomeni. È inoltre emerso l’importanza dell’educazione, soprattutto rispetto alla violenza digitale e alla violenza sulle donne in generale e dell’importanza di costruire percorsi continui di sensibilizzazione per generare un vero cambiamento culturale.
Cristina Donalisio, componente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio, ha poi illustrato il lavoro del Comitato e richiamato l’attenzione sulla Certificazione della Parità di Genere.
Ha poi condiviso alcune azioni concrete che le organizzazioni possono intraprendere: tra queste l’implementazione di piani di parità aziendale, che includano la raccolta e l’analisi dei dati per genere (assunzioni, promozioni, retribuzioni); la definizione di obiettivi misurabili; forme di flessibilità lavorativa; la promozione della trasparenza retributiva, comparando gli stipendi per ruoli analoghi, individuando eventuali divari e definendo azioni per colmarli; ma anche la costruzione di ambienti inclusivi, attraverso formazione sui pregiudizi impliciti, procedure chiare per la segnalazione di molestie, politiche di conciliazione vita-lavoro e valorizzazione della diversità nei team.
Con Anna Ronfani, Vicepresidente dell’Associazione “Telefono Rosa Piemonte”, abbiamo esplorato dati, testimonianze e buone pratiche nate sul territorio per prevenire e contrastare la violenza sulle donne.
L’intervento ha offerto una panoramica sulla situazione italiana, evidenziando la distanza ancora significativa tra il quadro normativo e la realtà quotidiana vissuta dalle donne. È stato sottolineato come la mancanza di parità rappresenti l’antefatto logico della violenza, e come la paura sia un elemento centrale nella vita di chi la subisce.
È stato ricordato che, per parlare in modo corretto e onesto del fenomeno, non basta riferirsi alla “violenza di genere”: occorre nominare ciò che è, ovvero violenza maschile contro le donne. Ampio spazio è stato dedicato anche alla violenza domestica.
I dati ISTAT mostrano un fenomeno ancora oggi sommerso e trasversale: in Italia la violenza maschile contro le donne riguarda una donna su tre, e il 90% non denuncia. Numeri che confermano quanto il tema sia radicato e diffuso.
Anna Ronfani ha inoltre illustrato il ruolo dei centri antiviolenza: luoghi in cui il rifiuto individuale della violenza diventa un rifiuto collettivo, grazie a un ascolto non giudicante e alla presenza di professioniste qualificate. L’obiettivo è accompagnare le donne verso l’autodeterminazione, costruendo percorsi di libertà dalla paura.
In questo contesto risultano centrali il valore dell’accompagnamento, la riservatezza, e il supporto legale e psicologico.
È emersa anche l’importanza delle alleanze di rete: collaborare con amministrazioni pubbliche, organizzazioni e imprese permette di sviluppare progettualità e avanzamenti concreti.
Infine, insieme a Micol Burighel ed Emilia Blanchetti di Amapola, ci siamo dedicati all’attività laboratoriale. Siamo partiti da una domanda: “Sul tema del contrasto alla violenza di genere: cosa possono fare le organizzazioni?
Per l’occasione, i partecipanti si sono confrontati su quali sono gli ambiti di intervento più rilevanti per contrastare la violenza di genere all’interno e all’esterno delle organizzazioni, ma anche in che modo può impegnarsi un’organizzazione per fare concretamente la differenza.
Successivamente, divise in gruppi di lavoro, le organizzazioni si sono confrontate per immaginare azioni concrete di prevenzione della violenza di genere, attivando il pensiero laterale e l’intelligenza collettiva.
Un’occasione preziosa per tradurre idee e consapevolezze in proposte operative, verso una dimensione inclusiva e libera dalla violenza di genere.
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