Atelier Riforma tra i vincitori di SocialTech4EU

La startup innovativa a vocazione sociale Atelier Riforma, membro di TSI, è tra i vincitori della call europea SocialTech4EU.

La startup ha vinto sia il primo bando, con il quale hanno ottenuto un contributo di 3mila euro che hanno utilizzato per accrescere le competenze in digital marketing, del team (grazie a un utile corso dell’azienda torinese No Panic) e il secondo da 20 mila euro, con il quale stanno realizzando uno studio di fattibilità applicato alla Computer Vision per la classificazione dei rifiuti tessili, insieme al loro partner tecnologico Sensor Reply.

Grazie a questi contributi la startup potrà dare un’ulteriore spinta tecnologica al proprio progetto a impatto!

Camera dei Deputati ed Ecomondo: un novembre ricco di interventi per Atelier Riforma

Ad inizio novembre la startup membro di Torino Social Impact Atelier Riforma è stata protagonista di due importanti interventi nel campo del settore tessile.

Il primo si è svolto 2 novembre, giorno in cui l’organizzazione rén collective – che dal 2018 diffonde buone pratiche di moda responsabile attraverso ricerca, divulgazione, supporto alle aziende e dialogo con le istituzioni – è stata convocata alla Camera dei Deputati per partecipare a un’audizione pubblica sul DDL Made in Italy, per esprimere i propri commenti riguardo l’articolo 8 sulle materie prime tessili.

In virtù del grande lavoro di ricerca e innovazione di Atelier Riforma nel campo della moda circolare, Rén Collective ha coinvolto la CEO della startup, Elena Ferrero, per contribuire al lavoro e per presentarlo durante l’audizione.
Il documento che è stato proposto è frutto non solo dell’esperienza di tutt*, ma anche del dialogo avvenuto in questi anni con i professionisti e le aziende del settore associate a Rén Collective. Le azioni proposte per il nuovo DDL sono volte in particolare a valorizzare le competenze circolari del nostro Paese, legate al riutilizzo, la riparazione, l’upcycling e il riciclo tessile… ossia tutte quelle pratiche che mirano a un’industria della moda zero-sprechi, che non sfrutti né l’ambiente né le persone.

Da sempre mi piace attivarmi e mettere in campo tutto quello che posso per contribuire a un miglioramento del settore in cui lavoro, ma non mi era mai capitata un’opportunità simile per presentare così direttamente alle istituzioni le idee mie e di tanti altri professionisti. E per questo ringrazio infinitamente Rén Collective.” – Elena Ferrero, CEO di Atelier Riforma

L’altro appuntamento importante per la startup si è svolto l’8 novembre, in occasione di Ecomondo, l’evento internazionale di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per le tecnologie, i servizi e le soluzioni industriali nei settori della green and circular economy.

Durante l’evento la startup è intervenuta in due panel, entrambi incentrati sulla transizione del settore tessile verso una maggiore sostenibilità.

La CEO della startup, Elena Ferrero – anche a nome del Movimento Moda Responsabile di Atelier Riforma è parte – è stata invitata a moderare il panel organizzato da AEA Sustainable Textile, la Business Unit di Ancitel Energia e Ambiente focalizzata sul settore del Tessile Sostenibile e Circolare, intitolato “La Rivoluzione del Settore Tessile: Introduzione al Cambiamento e Istruzioni per l’uso”. Il panel ha riguardato davvero un hot topic: le normative comunitarie in continua evoluzione, con iniziative come l’ecodesign e la responsabilità estesa del produttore EPR, stanno guidando l’Industria tessile italiana verso una maggiore sostenibilità, ma richiederanno un notevole impegno nel modificare ed adattare le proprie realtà al necessario cambiamento. Quali sono le strategie dei distretti industriali e le azioni proattive adottate dalle aziende per affrontare queste sfide? I relatori del panel moderato da Ferrero sono stati: Filippo Bernocchi, Presidente di Ancitel EA – AEA Sustainable Textile, Francesco Marini, Consigliere Delegato di Confindustria Toscana Nord, Nicola Ciolini, Presidente di ALIA SERVIZI AMBIENTALI SpA, e Andrea Betti, Sales Manager per il Progetto BEREDO® di Beste.

L’altro panel a cui la startup ha partecipato era organizzato da EconomiaCircolare.com e si intitolava “Ecodesign, EPR, riciclo, roadmap per un tessile circolare”. Insieme a Ferrero, ospiti importantissimi come: Francesca Romana Rinaldi (Direttrice Monitor for Circular Fashion), Roberta De Carolis (Ricercatrice Divisione uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli, ENEA), Luca Campadello (Strategic development & innovation manager Erion), Michele Zilla (Direttore generale Consorzi Cobat Tessile), Mauro Chezzi (Vice direttore Sistema Moda Italia e referente associativo Retex.Green), Erika Francescon (Cofondatrice SustainME e partner Ecoesedra Sustainable Design). Come discusso e come riporta anche un recente articolo di EconomiaCircolare.com

il settore moda “già oggi produce fino a 100 miliardi di vestiti l’anno. (…) Il British Fashion Council calcola che con gli indumenti, scarpe e accessori a nostra disposizione [ad oggi] potremmo vestire le prossime 6 generazioni. (…) Alcuni Paesi si sono attivati già da tempo, mostrando ad esempio che una politica di responsabilità estesa del produttore può accrescere i tassi di raccolta e riciclo. Ovviamente però l’azione dev’essere ‘di sistema’ e la regolamentazione deve essere affiancata da sistemi di tracciabilità e di misurazione delle performance ambientali sempre più efficaci”.

Questi interventi sono la riconferma del ruolo ormai di grande rilievo della startup torinese nell’innovazione sostenibile del settore tessile-moda.

La startup Atelier Riforma inaugura la propria collaborazione con Green Pea

La startup membro di Torino Social Impact Atelier Riforma inizierà una collaborazione a lungo termine con il retail park della sostenibilità Green Pea, con un grande progetto di innovazione sulla moda circolare.

Green Pea si trova a Torino ed è un luogo unico in Italia: si tratta di un centro commerciale – di 5 piani e 15.000 mq – dedicato alla sostenibilità a 360°, in particolare nei settori della mobilità, energia, arredamento, bellezza, svago e abbigliamento.

L’edificio di Green Pea è costruito in ottica circolare, recuperando il legname delle foreste colpite dalla tempesta Vaia 2018 ed è dipinto con Airlite, la pittura che elimina gli inquinanti. E’ alimentato con energia rinnovabile (pannelli fotovoltaici, mini pale eoliche e addirittura pavimenti piezoelettrici che producono energia grazie al camminamento delle persone) e include al suo interno e sulle terrazze più di 2000 piante.

In virtù della grande esperienza e ricerca sulla moda circolare di Atelier Riforma, la startup è stata coinvolta per un progetto ambizioso: creare in Green Pea il primo grande hub fisico in Italia dedicato alla moda circolare, in tutte le sue sfaccettature, dal second-hand e vintage, all’upcycling creativo, all’impiego di tessuti deadstock, ai prodotti ricavati dal riciclo tessile, ecc. Il coinvolgimento della startup è avvenuto tramite il nuovo amministratore delegato di Green Pea, Marco Piarulli, che ha creduto in questa collaborazione fin dall’inizio.

“La circolarità nella moda è fatta da tanti aspetti: dalla produzione dei capi, rimettendo in circolo quelli usati, utilizzando materiali riciclati e di rimanenza, reinventando indumenti dismessi con l’upcycling; ma passa anche dall’educazione dei consumatori a prendersi cura dei propri capi e allungarne la vita (riparazione, upcycling “casalingo”); e arriva fino alla corretta gestione degli indumenti alla fine della loro vita, indirizzandoli verso processi circolari e “richiudendo il cerchio” senza sprecare nulla. Il nostro progetto di innovazione in Green Pea riguarderà tutti questi aspetti!” – Elena Ferrero, CEO di Atelier Riforma

La startup punta anche a rendere il reparto fashion di Green Pea un aggregatore di pratiche virtuose e una vetrina fisica per tutti quei brand che credono in una moda responsabile e circolare, che non sfruttano le risorse naturali, ma che sanno – con competenza e creatività – valorizzare gli “scarti” come una risorsa.

Potremo vedere i frutti di questa collaborazione già nei prossimi giorni. Per il 24-25-26 novembre, infatti, Green Pea ha organizzato i “Circular Days”, un festival di tre giorni dedicato all’economia circolare, in alternativa al classico acquisto compulsivo del black friday (che cadrà proprio il 24 novembre). Anche Atelier Riforma – insieme alle tante altre realtà che collaborano con Green Pea – ha organizzato per questo evento tante attività, da swap party, a talk, a workshop di upcycling, a una raccolta indumenti con dimostrazione pratica del funzionamento di Re4Circular, a un “circular market” con brand second-hand e upcycling.

“Abbiamo tantissime idee in serbo per questo progetto e ve le sveleremo nei prossimi mesi! Siamo davvero onorate di questa opportunità, che ci permetterà di mettere a frutto e a terra tutte le competenze maturate in questi anni nel campo della circolarità applicata al settore moda.” – Elena Ferrero, CEO di Atelier Riforma

Re4Circular

La prima realtà ad adottare Re4Circular, la tecnologia innovativa della SIAVS Atelier Riforma

I primi di luglio 2023 sono stati giorni importanti per la SIAVS Atelier Riforma: la prima realtà ha adottato la loro tecnologia #Re4Circular per la classificazione, digitalizzazione e valorizzazione dei capi usati nell’economia circolare.

Si tratta dell’Emporio Margherita, gestito dalla Cooperativa Momo a Borgo San Dalmazzo (CN), splendido progetto di raccolta di indumenti e oggettistica usati per rimetterli in circolo, formando e dando lavoro a persone svantaggiate.

Con l’adozione di Re4Circular, la cooperativa potrà valorizzare anche i capi non adatti al riutilizzo o non conformi al target dell’Emporio, indirizzandoli verso le realtà circolari che effettuano trasformazioni sartoriale, riciclo della fibra in filati rigenerati o re-impiego in altre industrie, come quella edilizia o dell’arredamento.
Obiettivo: azzerare gli sprechi e seguire la gerarchia del rifiuto, per indirizzare efficientemente ogni indumento verso la miglior forma di recupero in base alle sue caratteristiche e condizioni. Non solo, la digitalizzazione di Re4Circular permetterà di raccogliere e trasmettere i dati riguardanti ogni indumento lungo tutta la filiera, garantendo monitoraggio e trasparenza.

Nei prossimi mesi seguiranno l’esempio dell’Emporio Margherita altre realtà, che hanno deciso di abbracciare l’#innovazione, la #sostenibilità e la #trasparenza del proprio operato.

La SIAVS di TSI Atelier Riforma tra i fondatori del Movimento Moda Responsabile

Il 24 aprile 2023, a 10 anni esatti dal crollo del Rana Plaza – un complesso manifatturiero di otto piani in Bangladesh dove persero la vita 1134 persone, la maggior parte di queste occupate nella produzione di capi d’abbigliamento per grandi marchi di moda occidentali e senza avere alcuna tutela -, nasce il Movimento Moda Responsabile (MMR). 

La prima azione di questo network, composto da brand, produttori, aziende, cooperative e professionisti che operano quotidianamente nel settore della moda, è il lancio del Manifesto per la Moda Responsabile in Italia che ha come fine quello di creare un’industria della moda sempre più responsabile, accessibile e riconosciuta. 

Questo è solo il primo passo: è importante ribadire in ogni modo la necessità urgente di un cambiamento dell’industria della moda sul pianeta e sulle persone.

L’unione di intenti prende vita dalla consapevolezza dell’impatto negativo che la filiera moda ha sia a livello ambientale che sociale, con l’obiettivo di creare un sistema che guardi al settore moda con un occhio critico e propositivo. 

Con la diffusione di questo Manifesto, il movimento partecipativo vuole farsi portavoce di un progetto che al suo interno presenta tre intenti principali:

  • Per le aziende: promuovere la trasparenza e le buone pratiche, aiutando le imprese a capire come ridurre il proprio impatto ambientale, introducendo pratiche virtuose per un impatto sociale positivo, attraverso delle linee guida concrete da poter applicare alla propria impresa, nonché tramite il buon esempio;
  • Per le istituzioni: promuovere il senso di responsabilità, unendo le voci di produttori e consumatori per acquisire maggiore forza e poter quindi proporre nuove norme a supporto del percorso verso la sostenibilità;
  • Per le persone: promuovere la consapevolezza, il pensiero critico e il consumo consapevole, oltre a rendere più facile l’identificazione di aziende virtuose e responsabili. 

I valori fondanti sui quali si basa il Manifesto con il fine di rendere responsabile l’industria della moda sono quattro: ricerca della qualità, creazione di valore sociale, rispetto per l’ambiente ed etica e responsabilità sociale. 

Afferma Elena Ferrero – CEO di Atelier Riforma, tra i firmatari del Manifesto:

“Se vogliamo vedere un cambiamento positivo, dobbiamo essere noi quel cambiamento. Il
Movimento Moda Responsabile è il frutto di questa forte volontà, la volontà di vedere un giorno
un settore moda che basa la propria crescita economica non sullo sfruttamento delle persone e
dell’ambiente, ma sulla tutela di questi”.

Il Manifesto per la Moda Responsabile, la lista dei partecipanti al network e i contenuti grafici per condividere il progetto sono disponibili qui

Per scoprire di più, è possibile seguire la pagina Instagram

 

La SIAVS di TSI Atelier Riforma si aggiudica il prestigioso “Premio Impresa Ambiente” nella categoria “Giovane Imprenditore”

La SIAVS parte dell’ecosistema di Torino Social Impact Atelier Riforma si è aggiudicata il Premio Impresa Ambiente, nella categoria “Giovane Imprenditore”.
Si tratta del più alto riconoscimento italiano per le imprese che, nello svolgimento della propria attività, abbiano dato un contributo innovativo in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale.
La cerimonia di premiazione – promossa dalla Camera di Commercio Venezia Rovigo, in collaborazione con Unioncamere e con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica – si è svolta a fine aprile a Venezia, nel bellissimo Palazzo Franchetti.

La CEO della startup Elena Ferrero – commossa – ha dichiarato:

“Ricevere il più alto riconoscimento italiano per le imprese che contribuiscono alla salvaguardia dell’ambiente e alla responsabilità sociale è qualcosa che non avremmo mai immaginato qualche anno fa, quando con grande titubanza io e Sara Secondo provavamo ad affacciarci a questo complicatissimo mondo che è quello dell’imprenditoria.

Ne siamo molto grate proprio perché – in questo mondo poco meritocratico – quasi mai l’impegno profuso corrisponde ai risultati ottenuti… e spesso ne discutiamo amaramente con i nostri pari.
Considerato il contesto attuale, i giovani imprenditori “sociali” che partono da zero, senza fondi o raccomandazioni, ma con un sogno nel cuore, fanno una vera e propria “impresa”, non tanto nel senso di azienda, quanto proprio nel senso di “azione eroica”.

Di giovani del genere ne conosciamo tanti… e sono quelli che ci danno speranza nel futuro. Questo premio va a tutti loro!

La tecnologia innovativa Re4Circular, creata dalla SIAVS di TSI Atelier Riforma, è finalmente sul mercato

Atelier Riforma è una startup innovativa a vocazione sociale con la missione di ridurre il negativo impatto ambientale e sociale del settore moda attraverso l’economia circolare. Le due fondatrici (Elena Ferrero e Sara Secondo) hanno iniziato nel 2019 con un progetto sociale dedicato al refashioning di vestiti dismessi e negli ultimi anni hanno dato una svolta tecnologica alla startup, con il progetto Re4Circular.

La funzione del progetto Re4Circular è massimizzare il valore residuo di ogni indumento a fine vita come risorsa, allontanando il più possibile il momento in cui diventerà rifiuto. In che modo? Agevolando i player del settore moda nell’impiegare questi indumenti come risorsa produttiva, implementando più facilmente pratiche circolari come il riutilizzo, l’upcycling sartoriale o il riciclo delle fibre tessili.

Attualmente l’industria della moda, attraverso il proprio modello lineare, sta erodendo le risorse naturali del pianeta, per produrre nuovi capi senza sosta, che in poco tempo si trasformano in rifiuti. Questi rifiuti stanno ingombrando e avvelenando l’ambiente, in particolare quello dei Paesi del Sud del Mondo, nei quali l’Occidente esporta in modo incontrollato i propri scarti tessili. Se l’industria della moda riuscisse a diventare più circolare, ossia a utilizzare efficientemente il materiale già esistente come risorsa, si contrasterebbero entrambi i problemi sopra descritti: il consumo di risorse vergini e la dispersione dei rifiuti nell’ambiente. Senza contare le ripercussioni sul mercato del lavoro: ciò porterebbe infatti a valorizzare le competenze legate alla riparazione, trasformazione creativa e riciclo dei capi, creando nuovi posti di lavoro circolari.

Questa transizione verso un modello più circolare è però tutt’altro che facile attualmente, a causa di alcune problematiche della filiera degli indumenti usati.

Nell’approvvigionamento degli indumenti per la propria attività da parte dei business circolari (es. negozi vintage, upcyclers, aziende di riciclo, ecc.) vi è un’asimmetria informativa e una “scomodità d’acquisto” che non agevola il processo circolare di riuso, upcycling o riciclo. Gli indumenti usati devono infatti essere attualmente acquistati all’ingrosso, offline e a scatola chiusa: ciò porta a non poter vedere né selezionare ciò che si sta comprando, con conseguenti scarti post-acquisto e spreco di denaro.

D’altro canto, il lavoro di selezione e smistamento degli indumenti usati raccolti dagli enti che si occupano di questa attività è ancora svolto a mano e perciò dispendioso e inefficiente: nessuno registra immagine o dati dei capi e perciò queste informazioni non possono essere trasmesse alle realtà della moda circolare che dovranno ri-vendere, riciclare o trasformare gli indumenti. In questa filiera inefficiente in cui le informazioni si perdono per strada, facilmente si inserisce anche la criminalità organizzata o l’esportazione incontrollata, che crea così tanti danni.

Re4Circular è stato progettato proprio per risolvere tutti questi problemi.

Re4Circular è una piattaforma digitale volta a far incontrare efficientemente e trasparentemente domanda e offerta B2B di indumenti usati o di rimanenza.

Abbiamo creato una tecnologia di catalogazione automatica e digitalizzazione degli indumenti che forniamo agli enti di raccolta/selezione degli indumenti usati, nonché ai brand di moda che vogliono gestire i propri deadstock o servizi di take back in modo sostenibile. Attraverso questo strumento essi possono registrare e trasmettere tutte le informazioni sui loro indumenti alle realtà circolari che sono in grado di dare una seconda vita a questi capi (il processo è reso più comodo e rapido per loro grazie a un algoritmo di Intelligenza Artificiale, allenato per riconoscere automaticamente queste informazioni da una semplice fotografia del capo e delle sua etichetta).

Unito a ciò c’è un marketplace digitale, che permette a loro di rivendere i capi così catalogati direttamente alle realtà della moda circolare, affinché ogni indumento possa essere valorizzato come risorsa ed essere indirizzato verso il processo circolare più adatto alle sue caratteristiche e condizioni.
Non è però la solita compravendita (con tutti i problemi indicati prima), è un commercio – sempre all’ingrosso, ma – trasparente e di precisione. Re4Circular è un marketplace digitale su cui ogni business circolare può utilizzare numerosi filtri di ricerca per cercare i capi più adatti alla propria attività: es. capi usati in perfette condizioni per i negozi second-hand, indumenti con colori, tessuti e fantasie specifiche per gli upcyclers, materiale 100% di un’unica fibra suddiviso per colori per le aziende di riciclo, e così via. Una volta effettuata la propria ricerca, l’utente visualizzerà quali realtà hanno a disposizione il materiale ricercato e potrà vedere le immagini di tutto il materiale disponibile capo per capo, con le informazioni sulle sue caratteristiche. In questo modo potrà selezionare e acquistare comodamente online il materiale di cui necessita.

Re4Circular è una tecnologia innovativa, di cui Atelier Riforma ha depositato la domanda di brevetto.

Ma esso non è pensato per essere utilizzato dalla startup internamente, bensì per essere fornito a qualsiasi realtà del settore ne abbia bisogno, in qualsiasi luogo.

Ciò permette alla startup di realizzare un impatto positivo su ampia scala e potenzialmente di riformare l’intero settore in chiave circolare.

Re4Circular è approdato sul mercato da metà marzo 2023 – dopo anni di lavoro nella progettazione, raccolta di fondi e sviluppo – e in pochi giorni sono stati avviati al riutilizzo alcune centinaia di capi …insomma, l’ecosistema circolare ha iniziato a prendere vita e si spera continui a crescere sempre di più!

Settembre porta un doppio successo ad Atelier Riforma

In pochi giorni la startup si è aggiudicata un investimento da parte di due business angels internazionali e il premio di Fondazione Accenture “Welfare che impresa!”

Torino, 16 settembre 2022

Re4Circular è il nome del nuovo progetto di Atelier Riforma, startup innovativa a vocazione sociale con la missione di ridurre l’impatto ambientale del settore moda attraverso l’economia circolare.
Dal 2021 è iniziata la svolta tecnologica della startup, finalizzata a rendere il business (e con esso il suo impatto positivo) più scalabile.

La valorizzazione dei rifiuti tessili come risorsa circolare è ad oggi ancora una grande sfida, tant’è che la maggior parte di essi finisce nelle discariche (in particolare in quelle dei Paesi in via di sviluppo). La tecnologia di Re4Circular (di cui le founders stanno depositando il brevetto definitivo) è finalizzata ad aiutare gli stakeholder della filiera a indirizzare ogni capo dismesso verso la migliore forma di recupero (es. riuso, riciclo, upcycling, ecc.). Tecnicamente, si tratta di una piattaforma marketplace digitale che fa incontrare domanda e offerta all’ingrosso di indumenti usati, collegata a una tecnologia di Intelligenza Artificiale per estrarre dall’immagine del rifiuto tutti i dati utili al suo recupero.

Per realizzare questo nuovo ambizioso progetto, le founders si sono dedicate nell’ultimo anno alla ricerca di investimenti (in Italia), rivolgendosi in particolare a business angels cosiddetti “ad impatto”, ossia interessati ai risvolti ambientali e sociali del proprio investimento. “La ricerca di fondi in fase early-stage è una delle attività più complesse per una startup innovativa, perché non si hanno ancora solide metriche da portare agli investitori ed essi devono quindi “sommettere sull’idea” sulla base degli scenari economici futuri, dei bisogni emergenti del mercato e degli intenti dichiarati dal team. L’ultimo anno è stato estremamente sfidante per noi, ma abbiamo cercato di mettere in campo tutte le nostre energie perché crediamo profondamente nell’utilità del nostro progetto”. Hanno dichiarato le due founders.

A febbraio 2022 Elena e Sara – mentre frequentavano il percorso di accelerazione Startupbootcamp FashionTech – sono venute a contatto con Pietro Bonanno e Serra Falk Goldman, business angels originari di San Francisco e stabilitisi in Italia da qualche anno.
Bonanno e Falk Goldman sono tra i fondatori di “The 20 fund”, una società di venture capital focalizzata sulla parità di genere.
L’indirizzo del fund è investire in startup early-stage italiane, rigorosamente a conduzione femminile, con una forte vocazione alla sostenibilità. Quale connubio più azzeccato! Inizia così un’approfonditissima due diligence (durata più di 5 mesi) in cui il fund ha analizzato le potenzialità economiche di Re4Circular, la sua fattibilità tecnica, il suo impatto positivo e soprattutto la qualità e la dedizione del team. Il 12 settembre Bonanno e Falk Goldman hanno concretizzato l’investimento in Atelier Riforma, come persone fisiche. Obiettivo: portare la tecnologia di Re4Circular a una maturità sufficiente per attrarre nei prossimi mesi un investimento ancora più consistente da parte del fund al completo.
“We are continually impressed by the co-founders, Elena Ferrero and Sara Secondo. Their intelligence, dedication and perseverance will contribute to the success of Atelier Riforma and dramatically reduce waste in the fashion industry. No doubt they and Atelier Riforma will have a positive impact on the environment.” ha dichiarato Serra Falk Goldman.

Il 15 settembre si concretizza un altro traguardo, che porta altra energia vitale al team: Re4Circular è tra i 4 progetti vincitori di “Welfare che Impresa!”.
Questo concorso nazionale, promosso dalla Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Intesa Sanpaolo, Fondazione Snam e molti altri partner, è volto a premiare “progetti in grado di ricombinare economia e società, per promuovere una nuova visione di sviluppo”.

I fondi dell’investimento e del premio verranno utilizzati per implementare la tecnologia di catalogazione automatica dei capi, basata sull’Intelligenza Artificiale, grazie alla collaborazione con tre ingegneri data scientist (che si erano occupati nella scorsa primavera di sviluppare la proof of concept). L’algoritmo di IA verrà poi integrato nella piattaforma marketplace, ultimata lo scorso giugno, in collaborazione con l’azienda Huulke. Parte dei fondi verranno inoltre utilizzati per depositare il brevetto definitivo della tecnologia (di cui è stato già depositato il marchio) e per ampliare il team. Per tutto l’autunno il team (in collaborazione con alcune cooperative che hanno già aderito come “first users”) si occuperà di testare il prototipo e acquisire le prime metriche sul marketplace.

La startup torinese Atelier Riforma in semifinale per il Green Alley Award

La startup innovativa a vocazione sociale, parte del network di Torino Social Impact, Atelier Riforma, è stata selezionata come semi-finalista tra altre 177 che si sono candidate per il “Green Alley Award”, il più prestigioso premio europeo per l’economia circolare.

Per decretare le 6 startup che accederanno alla finale ci sarà una votazione pubblica, attiva fino al 15 febbraio.

Per chi non conosce questo progetto, si tratta di un’idea di due giovani piemontesi, Elena Ferrero e Sara Secondo, che si sono poste l’obiettivo di ridurre l’enorme impatto ambientale del settore della moda attraverso l’economia circolare.

Le due giovani hanno iniziato nel 2019 con il raccogliere vestiti usati e affidarli a una rete di sarti affinché ne rimuovessero i difetti e li rendessero nuovamente indossabili. Atelier Riforma è poi ufficialmente diventata una startup innovativa a vocazione sociale nel 2020. Elena e Sara non si sono lasciate scoraggiare dal periodo complicato della pandemia: giorno dopo giorno hanno creato una rete di più di 25 realtà sartoriali in tutta Italia, tra cui diverse sartorie sociali, che promuovono l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate come migranti, ex-detenute e donne vittime di violenza.

Stanno ora lavorando a un sistema che permetta di applicare questo modello circolare a una più ampia scala: hanno perciò appena fatto partire lo sviluppo della prima tecnologia di Intelligenza Artificiale per la catalogazione e smistamento dei rifiuti tessili. Questo progetto tecnologico è stato chiamato “Re4Circular” ed è proprio quello che hanno candidato al Green Alley Award. Obiettivo di questo macchinario sarà quello di indirizzare quanti più capi usati possibile verso impieghi sostenibili, come il riuso, il riciclo e l’upcycling. Ed evitare che finiscano in discarica!
Entro il 2025 in tutta l’UE sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili e questa tecnologia potrebbe rendere l’Italia pioniera nell’imminente cambiamento di normativa nel settore. Il loro sogno? Fare in modo che nessun vestito, dopo essere stato utilizzato, si trasformi in rifiuto, ma al contrario venga continuamente recuperato, trasformato e rimesso in circolazione, creando valore economico e nuovi posti di lavoro.

Se volete dare una chance in più a queste due giovani donne, potete votare Atelier Riforma a questo link.

Chissà che quest’anno una startup di TSI possa vincere il premio!

Fast Fashion: il vero costo della moda

19 aprile alle ore 20:45 – 20 aprile alle ore 20:45

In occasione della Fashion Revolution Week, l’associazione Il Platano – Legambiente organizza due serate di sensibilizzazione e informazione sull’impatto ambientale e sociale del settore della moda.

Due webinar sull’impatto ambientale e sociale della moda in compagnia di Atelier Riforma, & Needle e Karmadonne

  • Lunedì 19 Aprile h.20.45: live insieme ad Atelier Riforma
  • Martedì 20 Aprile h. 20.45: live insieme a Karmadonne e Nipple&Needle

Per info scrivi a ilplatano.legambiente@gmail.com
o Elena: 3483764396
O in direct sui social!

La partecipazione è gratuita ed il link Zoom verrà fornito su questa pagina prima dell’avvio della diretta.

Atelier Riforma ha raggiunto l’obiettivo di 8000 euro con il crowdfunding!

Il 7 luglio Atelier Riforma ha lanciato la sua prima campagna di crowdfunding “reward-based” su Indiegogo, ponendosi come goal finale 8000 euro. A due mesi dal lancio, l’obiettivo è stato raggiunto e superato!

Atelier Riforma è una startup innovativa a vocazione sociale, costituitasi a Torino ad aprile 2020. Il suo obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale del settore della moda attraverso l’economia circolare e la creatività sartoriale. Il team raccoglie abiti usati da chi vuole disfarsene e li affida a una rete di realtà sartoriali che, attraverso il processo di trasformazione (chiamato “upcycling”), dà loro nuovo valore. Una volta trasformati, i capi vengono venduti da Atelier Riforma e possono avere così una seconda vita.

L’idea di Atelier Riforma è nata durante il progetto della Fondazione CRT “Talenti per l’Impresa”, un corso di alta formazione volto a formare i giovani sull’imprenditoria. In un anno Atelier Riforma è passata da essere una semplice idea, a una startup. Sono stati raccolti oltre 2000 capi e creata una rete di dieci realtà, tra designers, sarti, brand sostenibili e sartorie sociali in cui lavorano persone provenienti da condizioni di fragilità. Sono state strette due collaborazioni con scuole di moda, affinché gli studenti, i professionisti di domani, si avvicinino alla moda sostenibile e imparino l’arte dell’upcycling. Inoltre, Atelier Riforma collabora con due associazioni non profit (il Progetto ABITO di Torino e l’Associazione Abraham di Nichelino), donando loro gli indumenti che possono essere utili alle persone in difficoltà economico-sociale. Da circa due mesi è anche attivo l’ e-commerce di Atelier Riforma, in cui acquistare abiti frutto di upcycling, ma è solo l’inizio!
«Vogliamo fare molto di più. – dicono – Vogliamo realizzare un sistema di tracciabilità che garantisca a chi ci dona i propri capi la trasparenza sulla loro destinazione. Allo stesso tempo, vogliamo permettere a chi acquista di scoprire chi ha realizzato il lavoro sartoriale sul capo che ha acquistato e comprendere il proprio impatto positivo sull’ambiente, generato dall’acquistare un nostro abito riformato».

Infatti, non è così facile ad oggi per tutti noi essere sostenibili nel nostro modo di vestire. Se decidiamo di donare i nostri abiti usati riponendoli nei cassonetti appositi, rischiamo che i capi vengano intercettati dal traffico illegale di tessuti e, in generale, la poca trasparenza sulla destinazione della donazione scoraggia molti a compiere quella che è essenzialmente una buona azione. Inoltre, la mole enorme di abiti che giungono in Africa dai paesi occidentali (non donati, ma venduti) non fa altro che distruggere l’artigianato e l’economia tessile del luogo. Se, invece, decidiamo di acquistare vestiti realizzati con materie prime e procedimenti «eco-friendly», dobbiamo porre molta attenzione al «green-washing», ossia il fenomeno per cui alcuni brand di moda si professano “green”, pubblicizzando progetti apparentemente virtuosi volti alla sostenibilità, salvo poi nella pratica continuare a produrre la maggior parte delle proprie collezioni con processi criticabili dal punto di vista etico e ambientale.

Per realizzare il proprio sistema di tracciabilità, il team di Atelier Riforma si è posto l’obiettivo di raccogliere di 8.000 euro, facendolo proprio attraverso i propri prodotti. Si è trattata infatti di una campagna di crowdfunding “reward-based”, ossia chi ha donato riceverà in cambio una ricompensa – corrispondente al valore della sua donazione. In altre parole: una sorta di prevendita. Il team ha scommesso molto su questa campagna. «Abbiamo optato per un obiettivo “fisso”. Quindi, se non avessimo raggiunto l’obiettivo, avremmo restituito tutte le donazioni.»

I risultati hanno superato le aspettative! Hanno partecipato alla campagna ben 235 persone, aggiudicandosi una grande varietà di prodotti: da una semplice guida sulla moda sostenibile, a bracciali ricavati da T-shirt, a quaderni e agende foderati in jeans, ad astucci e zaini ricavati da upcycling di jeans usati, a T-shirt fatte dall’unione di più magliette, ma anche vestiti riformati e maglioni di filato rigenerato. «Questo grande successo ci ha dato conferma dell’interesse delle persone verso i nostri prodotti e il nostro servizio, nonché della crescente sensibilità delle persone verso i temi ambientali e l’etica delle aziende. Ogni gesto è stato per noi importante, ringraziamo tutti di cuore e speriamo che questo sia l’inizio di un lungo e virtuoso cammino.»

Atelier Riforma lancia la sua campagna di crowdfunding “reward”

Il 7 luglio Atelier Riforma ha lanciato la sua prima campagna di crowdfunding “reward-based” su Indiegogo, ponendosi come goal finale 8000 euro. A meno di un mese dal lancio, l’importo raccolto è di più di 5000 euro, circa il 64% dell’obiettivo finale.

Atelier Riforma è una startup innovativa a vocazione sociale, costituitasi a Torino ad aprile 2020. Il suo obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale del settore della moda attraverso l’economia circolare e la creatività sartoriale. Il team raccoglie abiti usati da chi vuole disfarsene e li affida a una rete di realtà sartoriali che, attraverso il processo di trasformazione (chiamato “upcycling”), dà loro nuovo valore. Una volta trasformati, i capi vengono venduti da Atelier Riforma e possono avere così una seconda vita. La trasformazione degli abiti diventa quindi anche uno strumento per creare lavoro, crescita e inclusione.

Nell’ultimo anno Atelier Riforma è passata da essere una semplice idea, a una startup. Sono stati raccolti oltre 2000 capi e creata una rete di dieci realtà, tra designers, sarti, brand sostenibili e sartorie sociali in cui lavorano persone provenienti da condizioni di fragilità. Sono state strette due collaborazioni con scuole di moda, affinché gli studenti, i professionisti di domani, si avvicinino alla moda sostenibile e imparino l’arte dell’upcycling. Inoltre, Atelier Riforma collabora con due associazioni non profit (il Progetto ABITO di Torino e l’Associazione Abraham di Nichelino), donando loro gli indumenti che possono essere utili alle persone in difficoltà economico-sociale. Da poche settimane è attivo l’ e-commerce di Atelier Riforma, in cui acquistare abiti frutto di upcycling, ma è solo l’inizio!
Il team di Atelier Riforma (composto da Elena Ferrero e Sara Secondo, le due co-fondatrici, Davide Miceli e Teresa Di Tria) vuole fare molto di più. Vogliono realizzare un sistema di tracciabilità che garantisca a chi dona loro i propri capi la trasparenza sulla loro destinazione. Allo stesso tempo, vogliono permettere a chi acquista di scoprire chi ha realizzato il lavoro sartoriale sul capo che ha acquistato e comprendere il proprio impatto positivo sull’ambiente, generato dall’acquistare un abito riformato.
Infatti, non è così facile ad oggi per tutti noi essere sostenibili nel nostro modo di vestire. Se decidiamo di donare i nostri abiti usati riponendoli nei cassonetti appositi, rischiamo che i capi vengano intercettati dal traffico illegale di tessuti e, in generale, la poca trasparenza sulla destinazione della donazione scoraggia molti a compiere quella che è essenzialmente una buona azione. Inoltre, la mole enorme di abiti che giungono in Africa dai paesi occidentali (non donati, ma venduti) non fa altro che distruggere l’artigianato e l’economia tessile del luogo. Se, invece, decidiamo di acquistare vestiti realizzati con materie prime e procedimenti «eco-friendly», dobbiamo porre molta attenzione al «green-washing», ossia il fenomeno per cui alcuni brand di moda si professano “green”, pubblicizzando progetti apparentemente virtuosi volti alla sostenibilità, salvo poi nella pratica continuare a produrre la maggior parte delle proprie collezioni con processi criticabili dal punto di vista etico e ambientale.

Con questa campagna la startup vuole raccogliere un obiettivo di 8.000 euro. E vogliono farlo proprio attraverso i loro prodotti. Si tratta infatti di una campagna di crowdfunding “reward-based, ossia chi dona riceve in cambio una ricompensa – corrispondente al valore della sua donazione. In altre parole: una sorta di prevendita. È stata scelta la piattaforma di crowdfunding Indiegogo e optato per un obiettivo “fisso”. Quindi, se non raggiungono – al termine della campagna (30 agosto) – l’obiettivo di 8000, restituiranno tutte le donazioni.

Di seguito i prodotti che si possono ottenere in anteprima come reward (perk) partecipando alla campagna (a cui potete partecipare attraverso questo link: https://igg.me/at/AtelierRiforma):
– bracciale bicolor realizzato da vecchie t-shirts dalle sarte della rete;
– astuccio “portatutto” realizzata da jeans usati e tessuto wax dalla sartoria sociale il Filo d’Alga;
– zainetto realizzato da jeans usati e tessuto wax dalla sartoria sociale il Filo d’Alga;
– t-shirt multicolor da maglie usate realizzata dalla sartoria sociale il Gelso;
– un buono da spendere nei prodotti e servizi di Atelier Riforma;
– maglione di filato rigenerato lavorato dalla magliaia Sonia Oberto.

Ogni gesto è importante e speriamo che questo sia l’inizio di un lungo e virtuoso cammino.