Il progetto di Atelier Riforma è nato ad inizio 2019 all’interno del percorso formativo “Talenti per l’impresa” della Fondazione CRT, nel quale le due fondatrici – Elena Ferrero e Sara Secondo, 29 e 31 anni – si sono conosciute. L’obiettivo del loro progetto è ridurre l’impatto ambientale del settore della moda favorendo la sua transizione verso un modello circolare.

Elena e Sara non appartenevano al mondo moda e sono partire da zero mosse dall’intento di creare qualcosa di impatto positivo per la società e per l’ambiente. Hanno iniziato con il raccogliere vestiti usati e affidarli a una rete di sarti e designer affinché ne rimuovessero i difetti e li rendessero nuovamente indossabili. Obiettivo: far in modo che nessun vestito si trasformi in un rifiuto, ma che al contrario sia usato al più a lungo possibile. Atelier Riforma è poi ufficialmente diventata una startup innovativa a vocazione sociale nel maggio 2020. Elena e Sara non si sono lasciate scoraggiare dal periodo complicato legato alla pandemia: giorno dopo giorno hanno creato una rete di più di 25 realtà sartoriali, diffusa in tutta Italia, dato nuova vita a più di 800 capi d’abbigliamento e reso la filiera più trasparente. Tra queste realtà ci sono oggi anche diverse sartorie sociali, che promuovono l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate come migranti, ex-detenute e donne vittime di violenza. Per creare un cambiamento ancora più profondo, le fondatrici hanno deciso di collaborare anche con scuole di moda, per trasmettere agli studenti (e quindi i professionisti di domani) la competenza dell’upcycling, ossia quella di dare nuova vita a un vestito usato. Per sensibilizzare la popolazione sull’impatto ambientale della moda e sulla necessità di un consumo più consapevole, le due fondatrici svolgono quotidianamente attività comunicative e divulgative, attraverso i social network e dal vivo, con talk, podcast, video, interviste, infografiche, articoli, conferenze e workshop.

La startup sta ora lavorando a una tecnologia che permetta di applicare questo modello circolare a una più ampia scala: hanno appena fatto partire lo sviluppo della prima tecnologia di Intelligenza Artificiale per la catalogazione e smistamento dei rifiuti tessili. Questo progetto tecnologico verrà chiamato “Re4Circular”. Obiettivo di questo macchinario sarà quello di indirizzare quanti più capi usati possibile verso impieghi sostenibili, come il riuso, il riciclo e l’upcycling. Ed evitare che finiscano in discarica!
Entro il 2025 in tutta l’UE sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili e questa tecnologia potrebbe rendere l’Italia pioniera nell’imminente cambiamento di normativa nel settore.

Il loro sogno? Fare in modo che nessun vestito, dopo essere stato utilizzato, si trasformi in rifiuto, ma al contrario venga continuamente recuperato, trasformato e rimesso in circolazione, creando valore economico e nuovi posti di lavoro.