Ad inizio novembre la startup membro di Torino Social Impact Atelier Riforma è stata protagonista di due importanti interventi nel campo del settore tessile.
Il primo si è svolto 2 novembre, giorno in cui l’organizzazione rén collective – che dal 2018 diffonde buone pratiche di moda responsabile attraverso ricerca, divulgazione, supporto alle aziende e dialogo con le istituzioni – è stata convocata alla Camera dei Deputati per partecipare a un’audizione pubblica sul DDL Made in Italy, per esprimere i propri commenti riguardo l’articolo 8 sulle materie prime tessili.
In virtù del grande lavoro di ricerca e innovazione di Atelier Riforma nel campo della moda circolare, Rén Collective ha coinvolto la CEO della startup, Elena Ferrero, per contribuire al lavoro e per presentarlo durante l’audizione.
Il documento che è stato proposto è frutto non solo dell’esperienza di tutt*, ma anche del dialogo avvenuto in questi anni con i professionisti e le aziende del settore associate a Rén Collective. Le azioni proposte per il nuovo DDL sono volte in particolare a valorizzare le competenze circolari del nostro Paese, legate al riutilizzo, la riparazione, l’upcycling e il riciclo tessile… ossia tutte quelle pratiche che mirano a un’industria della moda zero-sprechi, che non sfrutti né l’ambiente né le persone.
“Da sempre mi piace attivarmi e mettere in campo tutto quello che posso per contribuire a un miglioramento del settore in cui lavoro, ma non mi era mai capitata un’opportunità simile per presentare così direttamente alle istituzioni le idee mie e di tanti altri professionisti. E per questo ringrazio infinitamente Rén Collective.” – Elena Ferrero, CEO di Atelier Riforma
L’altro appuntamento importante per la startup si è svolto l’8 novembre, in occasione di Ecomondo, l’evento internazionale di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per le tecnologie, i servizi e le soluzioni industriali nei settori della green and circular economy.
Durante l’evento la startup è intervenuta in due panel, entrambi incentrati sulla transizione del settore tessile verso una maggiore sostenibilità .
La CEO della startup, Elena Ferrero – anche a nome del Movimento Moda Responsabile di Atelier Riforma è parte – è stata invitata a moderare il panel organizzato da AEA Sustainable Textile, la Business Unit di Ancitel Energia e Ambiente focalizzata sul settore del Tessile Sostenibile e Circolare, intitolato “La Rivoluzione del Settore Tessile: Introduzione al Cambiamento e Istruzioni per l’uso”. Il panel ha riguardato davvero un hot topic: le normative comunitarie in continua evoluzione, con iniziative come l’ecodesign e la responsabilità estesa del produttore EPR, stanno guidando l’Industria tessile italiana verso una maggiore sostenibilità , ma richiederanno un notevole impegno nel modificare ed adattare le proprie realtà al necessario cambiamento. Quali sono le strategie dei distretti industriali e le azioni proattive adottate dalle aziende per affrontare queste sfide? I relatori del panel moderato da Ferrero sono stati: Filippo Bernocchi, Presidente di Ancitel EA – AEA Sustainable Textile, Francesco Marini, Consigliere Delegato di Confindustria Toscana Nord, Nicola Ciolini, Presidente di ALIA SERVIZI AMBIENTALI SpA, e Andrea Betti, Sales Manager per il Progetto BEREDO® di Beste.
L’altro panel a cui la startup ha partecipato era organizzato da EconomiaCircolare.com e si intitolava “Ecodesign, EPR, riciclo, roadmap per un tessile circolare”. Insieme a Ferrero, ospiti importantissimi come: Francesca Romana Rinaldi (Direttrice Monitor for Circular Fashion), Roberta De Carolis (Ricercatrice Divisione uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli, ENEA), Luca Campadello (Strategic development & innovation manager Erion), Michele Zilla (Direttore generale Consorzi Cobat Tessile), Mauro Chezzi (Vice direttore Sistema Moda Italia e referente associativo Retex.Green), Erika Francescon (Cofondatrice SustainME e partner Ecoesedra Sustainable Design). Come discusso e come riporta anche un recente articolo di EconomiaCircolare.com
il settore moda “già oggi produce fino a 100 miliardi di vestiti l’anno. (…) Il British Fashion Council calcola che con gli indumenti, scarpe e accessori a nostra disposizione [ad oggi] potremmo vestire le prossime 6 generazioni. (…) Alcuni Paesi si sono attivati già da tempo, mostrando ad esempio che una politica di responsabilità estesa del produttore può accrescere i tassi di raccolta e riciclo. Ovviamente però l’azione dev’essere ‘di sistema’ e la regolamentazione deve essere affiancata da sistemi di tracciabilità e di misurazione delle performance ambientali sempre più efficaci”.
Questi interventi sono la riconferma del ruolo ormai di grande rilievo della startup torinese nell’innovazione sostenibile del settore tessile-moda.
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