La società che ha partecipato ai tavoli preliminari del Progetto I3S, coordinato sul territorio dalla Fondazione Torino Wireless, regala un «Digital kit» per cooperative e mondo non profit: «Impara a sfruttare le potenzialità del Web per la tua impresa sociale»

Lorenzo D’Amelio, classe 1987, si è laureato in Scienze della comunicazione a Torino. Spinto dalla passione per l’innovazione, fin dall’età universitaria ha lavorato nel digitale, diventando presto un apprezzato “Social Media Consultant” prima ancora che Facebook diventasse il primo social network in Italia. Dopo più di dodici anni impiegati a migliorare reputazione, posizionamento e immagine delle aziende è attivo ora nel ruolo di “Digital Strategist & Startup Advisor”, avendo collaborato con oltre 300 imprese in Italia ed Europa e formato oltre 1.500 professionisti. È co-founder e partner di due digital company: BTREES (specializzata in Social Media Marketing) e, più recentemente, Kaleidoc (orientata al Web Development). Un’esperienza sul campo che lo ha portato a lanciare D-Group – Venture Booster, un gruppo di oltre venti tra dipendenti e collaboratori, professionisti e consulenti della comunicazione che supportano organizzazioni leader in Italia ed a livello internazionale. Niente fuffa, molta sostanza.

Che c’entra con Torino Social Impact?
C’entra eccome. Perché Lorenzo, proprio per il suo curriculum e la sua partecipazione al Polo ICT di Torino, ha partecipato attivamente ai tavoli del progetto I3S coordinato sul territorio dalla Fondazione Torino Wireless. «È stata un’esperienza molto interessante di confronto – spiega D’Amelio – anche se io e miei colleghi abbiamo avuto esperienze a vario titolo con l’universo non profit». Il payoff che hanno pensato insieme alla co-founder di Kaleidoc Gisella Gallenca per l’azienda è: meaningful web. «Nella nostra visione condividiamo valori quali l’approccio Open Source, intendiamo contribuire a rendere utile, costruttivo e libero il web. Con un impegno che vada oltre la semplice esecuzione delle attività consulenziali, cercando di cogliere l’unicità e il valore aggiunto delle storie dei clienti. Personalmente sono appassionato di storytelling, di fantascienza, ma anche di basket. Ciò mi ha portato a diventare un esploratore del digitale che si impegna nel gioco di squadra. Per me fare canestro è unire l’innovazione all’impatto sociale».

Lorenzo conosce bene sia il profit sia il non profit. «Esistono pepite bellissime nelle imprese sociali e non si sa sempre come raccontarle – osserva –. Come spesso accade, chi deve vendere come azienda profit ha a disposizione molti più mezzi economici ed è più strutturato. Il Covid è stato uno spartiacque per diversi motivi, ma ha imposto una fortissima accelerazione sul digitale ed il non profit sconta ancora un gap profondo rispetto al profit. C’è un ritardo organizzativo e c’è un ritardo nella valorizzazione dei contenuti: di questo bisogna prendere piena consapevolezza e investire anche sulla formazione».

Il kit del “Pronto soccorso Web”
Anche per ovviare a queste necessità, Kaleidoc ha creato un breve, ma dettagliato “Digital kit” per cooperative e mondo non profit che è scaricabile gratuitamente dal loro sito. Sono una quarantina di pagine in formato .pdf – sviluppato con il contributo di professionisti dell’organizzazione e partner – che aiutano ad addentrarsi nell’universo composto da “posizionamento web”, “social media e community”, “newsletter” e “formazione”. L’idea è nata durante i mesi più difficili della pandemia, con i lockdown più rigidi. Lorenzo e i suoi collaboratori hanno preso contatto con le 148 realtà iscritte all’Albo piemontese delle cooperative che gestiscono servizi sociosanitari ed educativi nella Città metropolitana di Torino. Hanno sottoposto un questionario, da cui sono emersi alcuni dati significativi. Un esempio? Quasi 8 su 10 realtà ritiene la comunicazione digitale importante, mentre 6,5 su 10 la gestisce con risorse interne. Il 54,5% lancia iniziative di raccolte fondi, mentre il 45,5% utilizza piattaforme digitali dedicate al fundraising. E il 91,7% ha dichiarato un interesse a ricevere una Guida «per migliorare nella comunicazione digitale».

Detto fatto. «Abbiamo pensato di mettere a disposizione la nostra esperienza con questo piccolo ma ben congegnato strumento – dice ancora Lorenzo D’Amelio –. Suggeriamo anche qualche modalità di “autoapprendimento”, ma non può che essere un inizio. Certamente, non basta. I tavoli del Polo ICT ci hanno insegnato che le sfide vanno raccolte soprattutto ascoltando le esigenze del Terzo Settore. Ma allo stesso tempo le diverse realtà che operano nell’ecosistema del social impact a Torino debbono raggiungere la consapevolezza che la digitalizzazione non significa assecondare una moda, ma è un percorso assolutamente utile e necessario per irrobustire e consolidare la propria attività, rendendola più efficace e anche maggiormente fruibile».

I prossimi passi
Che cosa accadrà nelle prossime settimane? «Stiamo cercando di capire come andare avanti in modo proficuo – risponde Lorenzo –. Dovremo sicuramente studiare percorsi di affiancamento mirati. Grazie al kit stiamo entrando in contatto con molte realtà. C’è molta strada da fare e non bisogna spaventarsi. L’importante è trovare il passo giusto, ma le premesse sono buone. D’altronde, ciò che non condividi non esiste».

Francesco Antonioli