Giovedì 27 novembre, si è svolto il dodicesimo workshop dell’HUB Progetti Europei per l’Economia Sociale, una giornata di capacity building ospitata presso Fondazione Paideia e dedicata all’approfondimento delle call del Programma Erasmus+ 2026.
L’incontro si è aperto con l’intervento di Jacopo Bottacchi e Alessia Ibba, che hanno presentato l’HUB, la neo-costituita community di europrogettistə, e il nuovo percorso di potenziamento delle idee progettuali degli enti. Un flusso strutturato in diverse fasi, che comprende:
- la partecipazione ai workshop di capacity building;
- la definizione di un’idea progettuale solida e coerente con i programmi europei;
- il matching con lə europrogettistə del roster e l’accompagnamento alla progettazione;
- la presentazione finale del progetto.
Le testimonianze dell’ecosistema
A seguire, due organizzazioni dell’ecosistema hanno condiviso la propria esperienza con il programma Erasmus+.
La prima testimonianza è stata quella di Simona Fontana, Project Manager di Fondazione Paideia, che ha raccontato il percorso di accompagnamento offerto dall’HUB, di cui la Fondazione ha beneficiato nel 2024. In quell’occasione, il progetto “Give Siblings a Voice”, pur avendo ottenuto un’ottima valutazione, non era stato finanziato. Simona ha però evidenziato il valore generativo dell’intero percorso: non solo ha rafforzato la consapevolezza interna rispetto alla progettazione europea, ma ha anche ampliato la rete di contatti a livello internazionale, creando nuove connessioni e aprendo spazi di confronto preziosi. L’esperienza ha contribuito inoltre a far crescere una cultura organizzativa più aperta, consapevole e orientata al dialogo con realtà europee.
La seconda testimonianza è arrivata da S-Nodi, attraverso le parole di Antonio Fontana, responsabile dei partenariati internazionali. Antonio ha presentato il progetto Erasmus+ “Soul Food”, che coinvolge donne migranti in un percorso di integrazione sociale e lavorativa attraverso lo sviluppo di competenze culinarie, digitali e di cittadinanza. Raccontando un progetto ormai a metà del suo ciclo di vita, ha mostrato in modo concreto come un’organizzazione possa trasformare i propri obiettivi locali quando si misura con la dimensione europea: un confronto che arricchisce le progettualità esistenti, costringe a ridefinire i ruoli all’interno dei partenariati, richiede una co-costruzione attenta del budget e invita a guardare alle collaborazioni internazionali come a uno spazio di crescita condivisa.
Dentro le call: un’esplorazione tecnica per orientarsi
La seconda parte della mattinata è stata dedicata a un approfondimento tecnico sul programma Erasmus+, con particolare attenzione alle call relative ai partenariati per la cooperazione e alle mobilità. A guidare il percorso è stata Maria Chiara Pizzorno di Weco Impresa Sociale, che ha accompagnato i partecipanti tra requisiti, criteri di valutazione e opportunità offerte dalle linee di finanziamento attive.
Un laboratorio di peer learning per dare forma alla progettazione europea
Il pomeriggio ha dato spazio all’esplorazione pratica, con una serie di attività laboratoriali pensate per stimolare la generazione di nuove idee e rafforzare alcune proposte progettuali ancora in fase embrionale. Dopo un primo momento di scambio e conoscenza, lə partecipantə sono statə suddivisə in due gruppi per approfondire le KA1 e KA2 sulla mobilità e sui partenariati di cooperazione, trasformare e mettere alla prova le idee da portare dentro un progetto Erasmus+.
Alla giornata hanno preso parte 19 organizzazioni e 10 progettisti. Le realtà interessate a proseguire nel percorso possono ora richiedere il supporto dell’HUB e attivare l’accompagnamento con unə europrogettista del roster. Sarà il primo passo di un cammino che le guiderà fino alla presentazione delle candidature, in vista delle scadenze Erasmus+ previste tra febbraio e marzo 2026.
L’HUB progetti europei è realizzato in co-progettazione con Weco Impresa Sociale e supportata da Fondazione Compagnia di San Paolo e Camera di commercio di Torino.
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