Sono 1.236 le cooperative torinesi, in calo del 2,2% rispetto al 2020: quasi il 70% è occupato nel terziario. Nel primo semestre 2021 tengono le imprese femminili, in calo straniere e giovanili. La crisi del 2020 ha colpito duramente, soprattutto negli ambiti turismo, cultura e sport, ma oggi prevalgono ottimismo e segnali di ripresa.

Il 28 settembre sono stati presentati i dati della tradizionale indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino con Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord, sull’andamento delle cooperative torinesi nell’anno passato e nel primo semestre 2021 e sugli effetti della recente crisi sanitaria.

Gli effetti della pandemia, con conseguenze significative in termini di calo del fatturato e degli addetti, sono intervenuti su un mondo cooperativo in contrazione da oltre 10 anni, soprattutto per quel che riguarda l’imprenditoria giovanile – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – La ripresa tuttavia sembra molto vicina: quasi il 60% degli intervistati si dichiara ottimista ed evidenzia già nel 2021 segnali di crescita dei ricavi e di mantenimento dell’occupazione”.

Secondo Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte: “L’indagine ci dà un’immagine a luci e ombre. Nell’anno del Covid un settore come la grande distribuzione pur di fronte a maggiori costi sostenuti per garantire la sicurezza di lavoratori e clienti è cresciuta grazie all’aumento generale dei consumi. Mentre i servizi alla persona e alle imprese, che rappresentano circa il 70% dell’intero comparto, hanno registrato forti contrazioni di fatturato. Le difficoltà del periodo però hanno anche permesso di evidenziare la resilienza tipica delle cooperative e la loro voglia di reagire. Il calo del numero di imprese che si registra negli ultimi anni non va interpretato solo come uno scarso appeal del fare impresa cooperativa, ma si deve invece tenere conto del lavoro svolto dalle associazioni di rappresentanza, e nel nostro specifico di Legacoop Piemonte, per favorire lo sviluppo dimensionale e il consolidamento delle imprese. Aspetto che trova una conferma in questa indagine che evidenza una dimensione e una longevità delle cooperative maggiore rispetto alle altre forme di impresa. Infine, se possiamo vantare dati positivi per quel che riguarda il gender gap, vero nodo dolente è quello dei giovani. Se da un lato un importante lavoro è in corso per inserire nuovi quadri garantendo così il principio di intergenerazionalità, dall’altro dobbiamo essere presenti nei luoghi in cui i giovani incontrano l’impresa per proporre le cooperative come uno strumento per realizzare se stessi e soddisfare i propri bisogni”.

Per Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte NordIl periodo che ha visto la cooperazione in tutte le sue componenti dover affrontare una fase di cambiamento sistemico ha tracciato la direzione. Si tratta di tutelare i legami con il territorio in cui le imprese sono insediate ad ai cui bisogni primari e non rispondono in modo naturale. Non è casuale che l’agricoltura, la piccola e media distribuzione organizzate con negozi di vicinato, il sistema del credito, tutti organizzati in forma cooperativa, abbiano ben resistito e in alcuni casi migliorato le loro performance. È il risultato del rapporto con il territorio e con le comunità locali che hanno saputo creare in anni e anni di presenza costante. Se poi affianchiamo a questo il prezioso contributo che chi opera nel settore dei servizi all’impresa e alla persona ha dato a rendere parzialmente sopportabile una stagione che ha quasi travolto le famiglie di tutto il paese non possiamo che essere molto soddisfatti. Il prezzo pagato sotto il profilo economico delle difficoltà organizzative derivanti dalla precarietà del periodo sono stati ricompensati dai riconoscimenti positivi che ne sono derivati. Considerando che stiamo parlando di contesti in cui l’export, primo ambito economico ad essere ripartito, incide per minima parte, il risultato per le nostre strutture imprenditoriali è stato più che lusinghiero e testimonia quanta qualità d’impresa si è costruita negli anni, da tutti i punti di vista. Adesso restano da affrontare i dossier: ricambio generazionale, occupazione giovanile e trasformazione digitale. Materie che coinvolgono non solo la cooperazione ma che sicuramente impegnano le cooperative in traduzioni più complesse secondo principi inclusivi e non escludenti”.

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