Ma cosa vuol dire Glocal? Glocale è un termine che unisce due parole spesso agli antipodi, “locale” e “globale”, proponendosi di valorizzare la dimensione locale attraverso le buone pratiche internazionali.

Il progetto Glocal Factory, della cooperativa Liberitutti, nato a novembre 2019, si è sviluppato in questi mesi, da un lato, come una impresa sociale locale che ha dato supporto agli artigiani di Barriera di Milano sviluppando corsi di cucito, corsi creativi a tutto tondo, eventi e webinar (dal vivo e online) legati alla moda sostenibile e tirocini per persone in difficoltà. Dall’altro, come un modello innovativo, inedito a Torino, che prevede un’interazione continua tra profit e no profit, instaurando un rapporto paritario che dà forma ad un’impresa a rete con l’obiettivo di sviluppare le conoscenze, il network e le competenze dei suoi fruitori.

Sicuramente il luogo prescelto come headquarters di Glocal Factory, Via Regaldi 7 /int 11 di Barriera di Milano, ha permesso l’interazione con l’altro grande progetto di valorizzazione dei saperi artigiani, il TriCircolo Reuse Center, creando un vero e proprio polo innovativo a supporto dell’artigiano artistico e tradizionale del quartiere.

Fra le altre imprese, progetti e luoghi con cui Glocal Factory ha iniziato una collaborazione costante e con cui ha messo in piedi un vero e proprio ecosistema innovativo troviamo:

  • il progetto di sartoria sociale NIDō che coinvolge prevalentemente giovani donne e uomini richiedenti asilo e rifugiati. A partire dalla collaborazione con l’artista e designer Francesco Liberti, si è sviluppato in un percorso di riscatto personale e di accompagnamento alla microimprenditorialità che include collezioni di abiti e creazioni nate da materiali di scarto, promosse attraverso progetti fotografici, sfilate ed eventi con aperitivi a tema e DJ set.
  • L’iniziativa i Fiori di Cotone – portata avanti grazie alla collaborazione con Rete al Femminile Torino,  IF life design e l’associazione Krearte – che oltre a insegnare tecniche di cucito, attraverso veri e propri shooting fotografici ha formato le sarte su come creare book e video per promuovere le proprie linee di produzione, trasformandole anche in modelle e indossatrici per alcuni giorni.
  • Glocal Factory è inoltre un cocrafting di diversi marchi (Au Petit Bonheur, Petit Le Cad, Arbrora, Baobab Couture, Anna Maria Carrieri, Episodio Zero, Sosa Baby design), che si sono messi a sistema per sviluppare i propri brand condividendo spazi, macchinari, ma soprattutto sapere artigianale. Così alcuni dei designer si sono offerti anche come tutor per insegnare alle sarte meno esperte elementi di disegno e tecniche di cucitura, mettendole nelle condizioni di produrre accessori per marchi esterni come quello di Hind Lafram, la stilista torinese con l’hijab.
  • Altro tassello del progetto è la rete commerciale della cooperativa (Au Petit Bonheur, Il Grifone Kids, Il Grifone, Uno), intesa come strumento per la promozione sociale, culturale ed economica, con obiettivi di inclusione ed integrazione.
  • Fra i luoghi privilegiati di collaborazione, troviamo i Bagni pubblici di via Agliè, centro socio-culturale che organizza vari eventi culturali durante l’anno, aperto da lunedì a sabato.

Il Covid-19 ha sicuramente dato una sferzata al progetto, ma sono molti gli sviluppi futuri di Glocal Factory che si stanno cercando di mettere in atto, come ad esempio, la nascita dell’Atelier per l’integrazione destinato i ragazzi del CAD Superabile – inserimento lavorativo di giovani adulti con disabilità psico-fisica – che verranno formati non solo su aspetti produttivi, ma anche su quelli della vendita.

Anche se terminato il periodo di finanziamento pubblico, Glocal Factory ha da poco ripreso i suoi corsi di cucito in sede e continua ad essere il punto di riferimento per gli artigiani sartoriali di Barriera di Milano.

Se vuoi conoscere meglio il progetto guarda il video ufficiale dell’iniziativa.

Glocal Factory fa parte dei 15 progetti di welfare generativo di Torino Social Factory  programma della Città di Torino, co-finanziati dal Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane  e dall’Unione Europea, Fondo Sociale Europeo, realizzati nell’ambito di Torino Social Impact.

Per maggiori informazioni sul programma Torino Social Factory e gli altri 14 progetti che ne fanno parte vai a questo link.