Elementi di contesto

Dallo scorso marzo la società si è trovata, improvvisamente, in un nuovo contesto connotato dal distanziamento sociale prolungato. Questa condizione ha messo un doppio accento su quei luoghi che fungono da presidi civici e culturali diffusi sul territorio, sia quelli presenti e attivi da anni sia quelli nati negli ultimi tempi. Stiamo parlando di Nuovi Centri Culturali, Centri Culturali Indipendenti e Centri di aggregazione Civica. Tutte queste realtà assumeranno un ruolo primario nel processo di re-innesco delle relazioni di prossimità, ma stanno ancora pagando un prezzo molto alto e sono sotto stress sia in termini finanziari (oggi) che in termini di modello organizzativo (domani) perché con ogni probabilità dovranno reinventare dinamiche di operatività e sostenibilità economica.

Tali spazi rappresentano la risposta a bisogni collettivi non sempre considerati e spesso assenti dalle politiche; chi li gestisce e le comunità che si formano intorno a queste realtà attivano i cittadini e contribuiscono al welfare e al benessere, aiutando a contrastare le disuguaglianze crescenti e cooperano nel ricucire la coesione sociale.

Per questo motivo l’Obiettivo Cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo aveva proposto ad aprile 2020 “Rincontriamoci”, un bando di carattere emergenziale per il sostegno di tutti quei centri nati dall’autonoma iniziativa di singoli o associati che svolgono un ruolo di presidio territoriale, presenti tanto nelle città quanto nelle province e nelle aree interne del Nordovest. Sono stati così erogati 1,5 milioni per 147 spazi di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

L’analisi condotta sui dati raccolti, sviluppata grazie all’apporto dell’Associazione cheFare, rivela un panorama dal grande potenziale, non senza linfa nuova in termini di innovazione, con un riconoscibile ruolo civico, sociale e culturale, caratterizzato da differenti modelli di microeconomia e talvolta di impresa non profit. Un comparto, tuttavia, non ancora ben delineato e non trattato in modo sistemico da politiche specifiche, nonostante tali spazi generino valore sociale di forte impatto. I gestori fanno investimenti anche importanti in attività di pubblica utilità, spesso a favore di beni immobiliari di proprietà delle amministrazioni locali o statali, ma con la chiusura dettata dalle norme contenitive dell’epidemia il danno sta ricadendo su singoli e collettività.

Per questi motivi la Fondazione Compagnia di San Paolo ha deciso di continuare a sostenere questo comparto inaugurando un programma triennale che mette questi presidi al centro della Missione Partecipazione dell’Obiettivo Cultura.

Finalità e obiettivi

Il bando è rivolto a SPAZI (cioè luoghi fisici stabilmente organizzati), aperti alla cittadinanza con una propria frequenza costante, gestiti o co-gestiti da enti ammissibili all’erogazione di contributi della Compagnia (rif. paragrafo “Soggetti ammissibili”) che fungono da presidi culturali e civici dedicati a un territorio o una collettività specifica e quindi caratterizzati da una forte relazione con chi li frequenta; spazi di inclusione culturale e sociale, multifunzionali, eventualmente aperti all’uso spontaneo e informale da parte degli abitanti del territorio, sono gestiti secondo criteri di sostenibilità economica e interessati a rafforzarla.

Indichiamo di seguito con maggiore precisione le tre categorie incluse (nel questionario allegato al form è richiesto agli enti di collocarsi in una di queste secondo la propria valutazione).

  1. Nuovi Centri Culturali. Fatte salve le caratteristiche comuni sopra citate, sono quegli spazi ibridi, polifunzionali, che si distinguono per innovazione culturale e civica, con spiccata attenzione alla sostenibilità gestionale, capaci di generare e talvolta attrarre imprese culturali; possono qualificarsi per un nucleo identitario legato alla performance, all’arte contemporanea, al cinema come ad altri tipi di produzione e/o distribuzione culturale, anche integrata con altre attività più di tipo aggregativo.
  2. Centri Culturali Indipendenti. Sono quegli spazi nati dall’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, e per questo definiti “indipendenti”, distinti da una lunga storia di relazione con il territorio e la comunità di riferimento al quale rivolgono la propria attività continuativa e stabile di produzione artistico-culturale. Fatte salve le caratteristiche comuni sopra citate, anche in questo caso il modello economico si basa su una componente significativa di entrate proprie (quote associative, contributi degli utenti, biglietti ecc.) e l’obiettivo è la condivisione di valori culturali e/o il consumo culturale collettivo.
  3. Centri Di Aggregazione Civica. Fatte salve le caratteristiche comuni sopra citate, si tratta di spazi polifunzionali che promuovono la partecipazione civica e nei quali l’aggregazione passa anche attraverso la cultura. Sono quindi i luoghi dello stare e del fare insieme, fortemente legati al territorio in cui sorgono, in cui si esercitano funzioni di welfare di comunità ovvero in un’ottica di auto-organizzazione collettiva, in costante dialogo con gli abitanti del circondario, intercettando anche bisogni non conclamati e cercando di rispondervi attivando gli stessi cittadini.

Se rispecchiano tutte le caratteristiche di base individuate nella definizione sopra descritte e sottolineate, possono quindi rientrare, a titolo esemplificativo e non esaustivo, le forme più evolute di centri di protagonismo giovanile, bocciofile, società di mutuo soccorso, centri di educazione ambientale, spazi di musica dal vivo, co-working, circoli, parchi e giardini gestiti in forma attiva e condivisi, spazi polifunzionali, locali, bar e ristoranti sociali, case del quartiere, rifugi alpini, dopolavoro, cinema/teatri/musei/biblioteche che offrano anche altri servizi e siano aperti all’uso informale degli spazi.

Con il bando SPACE la Fondazione Compagnia di San Paolo vuole sostenere economicamente gli spazi e contribuire al rafforzamento dei modelli di gestione e delle competenze dei gestori e co-gestori dei presidi anche attraverso formazione e consulenze finalizzate.

Il bando intende individuare:

  1. gli spazi che già rappresentano un modello innovativo e funzionante del comparto;
  2. gli spazi che dimostrano un potenziale e sui quali un investimento può generare un impatto sociale sostenibile nel tempo.

Soggetti e spazi ammissibili

La richiesta dovrà essere inoltrata da un ente che gestisce o co-gestisce lo spazio aperto al pubblico e alla cittadinanza oggetto della domanda. Tale spazio deve essere situato in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’ente deve essere un soggetto ammissibile ai contributi della Fondazione Compagnia di San Paolo, secondo quanto indicato nelle Linee attuative del Regolamento delle attività istituzionali della Fondazione: son pertanto esclusi gli enti a fini di lucro.

Sono inoltre non ammissibili tutti gli enti che già ricevono sostegno all’attività istituzionale (SAI) da parte della Fondazione Compagnia di San Paolo, nonché gli “enti partecipati” dalla stessa. Sono altresì escluse le Case del quartiere di Torino aderenti all’Associazione Rete case del quartiere e la Casa di quartiere 13D Certosa di Genova, per le quali sono in essere specifiche progettualità, oltre a tutti gli spazi gestiti direttamente da amministrazioni pubbliche, le quali sono a loro volta escluse dal perimetro di questo Bando.

Verranno inoltre tenuti in conto nella valutazione eventuali rapporti in essere con la Fondazione.

Gli spazi oggetto della richiesta sono ammissibili alla fase di valutazione se rispecchiano tutte le caratteristiche di base individuate nella definizione sopra descritta nel riquadro.

Maggiori informazioni sul sito della Fondazione Compagnia di San Paolo.