Costruire un’idea comune di economia a impatto sociale con le organizzazioni del terzo settore e delle imprese: è questo l’obiettivo di “Reggio Emilia verso un’economia di Impatto Sociale”, un percorso laboratoriale promosso dal Comune di Reggio Emilia, Fondazione E35 e Laboratorio Aperto.

È stata una grande occasione partecipare alla giornata per raccontare l’esperienza di Torino Social Impact al fianco del Comune di Torino e di un’ospite d’eccezione: Juan Antonio Pedreño, presidente di Social Economy Europe, CEPES (Confederazione spagnola dell’economia sociale), UCOMUR (Cooperative di lavoratori della Regione di Murcia) e UCOERM (Cooperative educative della Regione di Murcia).

Il percorso laboratoriale nasce da una convinzione: in un contesto in cui le sfide sociali e della sostenibilità sono sempre più impellenti, creare alleanze tra il mondo dell’imprese, delle cooperative, del terzo settore e delle istituzioni diventa sempre più strategico e necessario per definire un’economia che sia più inclusiva e competitiva. Un’economia capace, quindi, di non lasciare indietro nessuno.

Per l’occasione Comune di Reggio Emilia, Fondazione E35 e Laboratorio Aperto hanno organizzato una giornata ricca di appuntamenti, mostrando in che modo la città e le sue organizzazioni si stanno impegnando a sostenere e rafforzare lo sviluppo dell’innovazione e dell’impatto sociale, attraverso progetti di rigenerazione tanto ambiziosi quanto virtuosi.

Tra passato e futuro: la visita al Parco Innovazione Reggiane

La prima tappa della visita ha avuto luogo presso il Parco Innovazione Reggiane: un tempo ospitava le storiche Officine Meccaniche Reggiane, oggi è un luogo riqualificato dove si incontrano innovazione, lavoro, creatività e relazioni, attraverso la collaborazione tra il mondo accademico e quello imprenditoriale. 

Sospeso tra passato e futuro, è un hub tecnologico che riunisce università e centri di ricerca, imprese, pubblica amministrazione. Qui crescono le imprese e ne nascono di nuove, all’interno di un complesso che mette davanti la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico. Visitando i suoi spazi si incontra il Capannone 19, primo edificio ristrutturato che oggi ospita il Tecnopolo, con 4 laboratori di ricerca avanzata e trasferimento tecnologico al servizio delle imprese, oltre che un incubatore per startup innovative.

La Polveriera, un luogo di inclusione e bellezza

La visita è poi proseguita alla Polveriera: si racconta come “uno spazio alla portata di tutti” ed effettivamente il suo motto non la smentisce: all’interno di due strutture laterali e di una grande piazza centrale, la bellezza qui è di casa e dà vita tutti i giorni a un laboratorio attivo di cultura sociale, catalizzatore di inclusione.

I suoi spazi sono infatti abitati da realtà differenti: c’è il Consorzio Oscar Romero, primo consorzio sociale nato in provincia di Reggio Emilia, insieme ad altre cooperative sociali, imprese, associazioni ed enti locali. Realtà accomunate dalla convinzione che solo attraverso la bellezza si possa generare reciprocità, cambiamento e mutuo aiuto.

Negli spazi della Polveriera ha sede una bottega che produce oggetti di design attraverso l’incontro tra creativi, imprenditori e persone fragili; degli uffici; un laboratorio che si occupa del reinserimento sociale di donne vittime di tratta; un centro diurno; un centro residenziale rivolto a persone con disabilità, delle agenzie di collocamento che si occupano di inserimento lavorativo di persone vulnerabili; un bar-ristorante e tanto altro ancora.

L’ecosistema di TSI nella cornice dei Chiostri di San Pietro

I Chiostri di San Pietro sono, infine, l’ultima tappa dell’esperienza a Reggio Emilia. Negli anni passati il complesso monumentale dei Chiostri ha visto un restauro, cofinanziato dal FESR, per la creazione del Laboratorio Aperto, che lavora quotidianamente alla sperimentazione di modelli di economia collaborativa e di innovazione sociale e tecnologica. È proprio in questa suggestiva cornice che si è tenuto l’incontro “Ecosistemi per l’imprenditorialità e l’economia ad impatto sociale”, dove, per l’occasione, Juan Antonio Pedreño, Torino Social Impact e il Comune di Torino hanno contribuito a una panoramica di esperienze nazionali – a partire da Torino –  ed europee di territori ed imprese che oggi lavorano per sostenere la transizione sociale dell’economia.

Oggi Torino Social Impact opera ormai in rete con un numero crescente di territori ed enti a livello nazionale ed europeo, contribuendo ad un confronto costante sulla creazione degli ecosistemi locali per la impact economy. E se è vero che quella di martedì 27 febbraio ha rappresentato per Torino Social Impact la prima occasione di incontro a Reggio Emilia, siamo certi questo è solo il primo tassello di un più lungo e reciproco percorso di scambio e contaminazione. Ringraziamo per l’invito il Comune di Reggio Emilia, la Fondazione E35 e Laboratorio Aperto per questa occasione di incontro, con l’augurio di ritrovarci presto.