Una riflessione aperta sul valore dei dati è il tema del sesto appuntamento de “L’Officina dei Beni Comuni”, evento organizzato da Labsus nell’ambito del progetto “Patti per l’amministrazione condivisa nell’area metropolitana di Torino” con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il tema di questa Officina dei Beni Comuni pare complesso ma è urgente e concreto. Ora più che mai, occorrono dati per mappare nuove diseguaglianze che la pandemia ha aggiunto a quelle presenti, dal lavoro, all’economia, alle povertà delle famiglie, alla salute, alle trasformazioni sociali. Queste informazioni sono fondamentali per pianificare politiche socio-sanitarie efficaci e capillari, indirizzate ad una società più giusta e più libera. Fino a quando però i cittadini non saranno consapevoli e coinvolti in questo percorso in modo trasversale e massivo, però, la reazione dei più rischia di scivolare nel complottismo da un lato, e in interventi pubblici non consapevoli dall’altro.

Anche se ci promettono che iscriversi alle piattaforme sarà gratis per sempre, abbiamo finalmente capito che i nostri dati hanno un valore su cui si basa il modello di business dei colossi digitali nella vendita di spazi pubblicitari perfettamente autoprofilati o nella cessione delle informazioni che produciamo al mercato? Questa mancanza di consapevolezza da parte di noi cittadini, ogni giorno, tutti i giorni, ci muove a delle riflessioni verso altri modelli di governance dei dati come beni comuni, quale nuova frontiera di quella che potrebbe essere intesa come una class action storica. 

Quale mondo nel dopo-pandemia? Il filosofo Michel Onfray risponde: “Lo stesso ma peggiore. Modificherà il lavoro, l’insegnamento, i viaggi, gli spostamenti, le relazioni intersoggettive, gli equilibri tra città e campagna: il telelavoro, la sostituzione della “presenza” con la “distanza” aumenterà i poteri della società del controllo, che ha raccolto il testimone della vecchia società totalitaria. Il virtuale soppianterà il reale ogni volta che sarà possibile, e a governare sul virtuale ci sarà il Big Brother. Del resto, non poteva essere altrimenti visto che l’ha inventato lui”.

Disinnescare questa dinamica? Il nostro tentativo – sostiene Labsus – è parlarne il più possibile, senza la presunzione di essere esaustivi o risolutivi, ma resistenti e resilienti e cercare alleanze: con alcuni amministratori, attivisti, organizzazioni esperte.

Se ne discuterà giovedì 2 Luglio dalle 17:30 alle 19:00 (diretta facebook sulla pagina Labsus Beni Comuni) insieme a:

Modera l’incontro Caterina Bonora, Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà

Per informazioni: piemonte@labsus.net
Gruppo Facebook: Labsus Piemonte