Un’area verde sul Lungo Dora

Il progetto Qubì Garden vuole creare un giardino inclusivo e innovativo su un tratto specifico del Lungo Dora, quello di fronte a Via Parma 75, dove l’Associazione Qubì Torino ha storicamente sede.

Il Qubì Garden sarà un luogo di aggregazione in uno spazio residuale della città, un luogo di formazione e sensibilizzazione su stili di vita sostenibili e nuove forme di coltivazione che possono contribuire alla resilienza dei territori urbani. Il Garden sarà arredato con cassoni di legno per coltivare un orto rialzato da terra, una serra autosufficiente creata in un container di recupero, che utilizza energia fotovoltaica per sostenere al suo interno un impianto di coltivazione aereoponica, e delle sedute e tavoli a disposizione della cittadinanza.

Nelle città si ha la massima concentrazione di consumo di risorse, mentre tende a dissolversi la consapevolezza delle relazioni con tutte le altre componenti degli ecosistemi. Il nostro intento è quindi proporre delle azioni che promuovano la consapevolezza delle interazioni tra cibo, uomo e ambiente, e rendere la città più vivibile e sostenibile.

L’idea è nata nel 2020, in seguito alla pandemia di Covid 19, quando diversi giovani studenti hanno iniziato a utilizzare la zona antistante la sede dell’Associazione culturale Qubì come luogo d’incontro all’aria aperta. L’Associazione ha quindi iniziato a raccogliere dai giovani e dai cittadini del quartiere le loro necessità e visioni riguardo l’area, e ha stipulato nel 2021 un patto di collaborazione con la Circoscrizione 7 della Città di Torino per la cura e la manutenzione dell’area di realizzazione del progetto, che si presenta quindi come modalità di gestione condivisa di beni comuni.

L’intento è quello di portare attività di educazione ambientale e alimentare per cittadini, famiglie e persone fragili all’aperto, e aumentare le occasioni d’incontro, di sensibilizzazione e di conoscenza attraverso la realizzazione nell’area verde di tavoli per accogliere studenti e famiglie, di cassoni di legno per coltivare e far sperimentare la coltivazione urbana, e l’installazione di un container di recupero adattato all’utilizzo di serra per la coltivazione aereoponica, un importante e innovativo  “polmone verde” per una delle città più inquinate d’Italia.