Lunedì 15 giugno si è conclusa l’indagine sui bisogni del Terzo Settore, lanciata il 21 maggio a seguito dell’emergenza Covid-19 grazie alla collaborazione tra TSI e Italia non profit. I primi dati sono molto interessanti e iniziano a sottolineare i possibili segnali di trasformazione del Terzo Settore sul tema organizzativo e digitale.

La proposta di indagine è stata accolta positivamente: 212 enti hanno partecipato tra Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Dei 176 soggetti piemontesi (l’81%) la maggioranza è distribuita all’interno della Città metropolitana, solo l’11% si trova fuori dalla provincia di Torino.

Tra i soggetti intervistati la forma giuridica prevalente è l‘associazione (72%). Il 19% sono cooperative sociali, l’8% fondazioni mentre l’1% imprese sociali.

Quali sono state le conseguenze immediate dell’emergenza Covid-19? Per il 37% dei soggetti le attività durante l’emergenza si sono dimezzate, per il 30% si sono totalmente fermate mentre solo per il 5% le attività proseguono come prima.
La survey si è concentrata anche sull’impatto del Coronavirus sul lungo periodo: 96 soggetti immaginano che le proprie entrate si ridurranno nel 2021 tra il 20% e il 50%, altri 96 intervistati stimano una riduzione maggiore del 50%, per 49 sarà minore del 20% e solo 15 soggetti pensano di non subire una riduzione delle entrate.

Per concludere, grazie all’indagine, si può notare che gli enti reagiranno alla coda lunga dello shock generato attraverso il lancio di nuove attività (57,7%), con investimenti in pubblicità (44%), produttività interna (40%), nuovi volontari (34,27%) e fundraising (32%).

Grazie ad Italia non profit per la collaborazione nell’indagine e a tutti i soggetti che hanno partecipato e diffuso l’iniziativa. A breve proseguirà l’indagine con una analisi approfondita dei dati emersi e una comparazione dei dati della Città metropolitana e del territorio nazionale, mentre si procederà su un piano qualitativo.